Come scrivere la tesi

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Libro: Come scrivere la tesi
Stampato da: Utente ospite
Data: giovedì, 21 novembre 2024, 21:25

Descrizione

Metodologia e tipografia della tesi di laurea

1. Fare ricerca per la tesi

1.1. La scelta dell'argomento e del relatore

1.1.1. Una prima ricognizione

La tesi di laurea è un vostro contributo originale basato su un lavoro maturo e impegnativo di riflessione autonoma. Rappresenta la migliore prova che avete adeguata­mente seguito i corsi e acquisito le abilità necessarie. Oltre a concorrere materialmente al voto di laurea, è anche un eccellente biglietto da visita da presentare al mondo del lavoro.

Prima di parlare con un docente vi conviene individuare la disciplina, l’argomento, il genere, il tema, il periodo, il metodo, etc. che, stando ai corsi universitari seguiti, ritenete più vicini ai vostri interessi.

- È consigliato scegliete argomenti che non siano troppo generici, vasti, o già trattati in abbondanza.

- È necessario avere una conoscenza di tipo universitario del settore di tesi: ovvero è necessario aver seguito almeno un insegnamento di quel Settore Scientifica Disciplinare (SSD).

- È opportuno iniziare una prima ricognizione bibliografica sul tema prescelto.

1.1.2. La scelta del relatore

Dopo questo primo autoesame, contattate il docente che ritenete più vicino al vostro argomento. È consigliato un relatore di cui abbiate seguito almeno un corso, in modo da verificare in anticipo la rispondenza del suo metodo e dei suoi interessi di ricerca alle vostre esigenze.

Occorre soprattutto rispettare gli ambiti di ricerca del relatore, debitamente segnalati sulla pagina docente, senza seguire altre motivazioni infondate quali impres­sioni estemporanee o voci di corridoio. Maggiore la convergenza fra i vostri interessi e l’esperienza di ricerca del docente, più proficua sarà la collaborazione. È una regola di buon senso, prevista anche dal Regolamento delle Carriere degli Studenti (Art. 28, comma 5): “È dovere degli studenti sostenere gli esami nel pieno rispetto del lavoro e delle competenze dei docenti”.

Partendo dalle vostre segnalazioni, il relatore vi aiuterà a circoscrivere un argomento fattibile e vi fornirà le prime indicazioni bibliografiche pertinenti. Il relatore saprà inoltre consigliarvi adeguatamente lungo il percorso.

1.2. Tempistica e approvazione della domanda

1.2.1. Il calendario

Il lavoro si deve svolgere con continuità temporale su un periodo di tempo sufficiente: senza contare l'indagine preliminare, che già richiede un suo tempo, a contare dall'assegnazione della tesi da parte del relatore, prevedere perlomeno:

- per una tesi triennale: 9 cfu x 25 ore = 225 ore, ovvero tre mesi di calendario;

- per una tesi magistrale: 30 cfu x 25 ore =  750 ore, ovvero sei mesi di calendario.

Una volta iniziato, il lavoro di lettura e scrittura deve procedere regolarmente e con una scadenza ben delineata.

1.2.2. Il rapporto con il relatore

Il relatore garantisce, oltre al ricevimento, una lettura sollecita di ogni capitolo completo che gli viene consegnato, e una pronta assistenza nel corso della ricerca. Deve però avere la possibilità di procedere con calma alla rigorosa correzione dei capitoli e di controllarne la versione rivista. In particolare, il relatore deve poter visionare l’intera tesi corretta e rivista secondo le sue indicazioni almeno un mese prima della data di laurea, ben prima della presentazione della domanda stessa di tesi. La domanda di tesi potrà essere infatti approvata solo in presenza di una versione completa, corretta, e rivista della tesi: “lo studente, per essere ammesso alla prova finale, deve […] aver completato il proprio percorso formativo nel rispetto delle regole fissate dalla normativa e, in particolare, dall’ordinamento didattico del corso di studio per la propria coorte di iscrizione” (Regolamento delle Carriere degli Studenti, Articolo 24, comma 1, c). Altre motivazioni non scientifiche, quali l’imminenza della scadenza stessa, non verranno considerate; esse sono anzi segno di una gestione malaccorta del tempo e di un’errata considerazione dell’impegno richiesto.

Dal computo vanno ovviamente esclusi i tempi di chiusura dell’Ateneo durante le feste. Chi intende laurearsi nella sessione di settembre dovrà tenere particolarmente presente la sosta estiva e ottemperare per tempo agli adempimenti burocratici (approvazione della domanda e firma della tesi, etc.) che richiedono da parte del relatore una visione della tesi nella sua completezza. Non è pensabile, per esempio, contare sul mese di agosto, per fare rileggere la tesi o approvare la domanda di laurea al proprio relatore, in quanto il mese coincide con le ferie ufficiali della docenza. Si prega pertanto di consultare il calendario accademico (reperibile sulle pagine di ciascun corso di laurea in Moodle e tramite Google (“Calendario accademico Padova”).

1.3. Come creare una bibliografia

Individuato l’argomento d’accordo col relatore, procedete alla ricerca bibliogra­fica. La ricerca va condotta tanto sulle cosiddette fonti primarie (testi, corpora, repertori, edizioni critiche, materiale visivo-acustico, etc.), quanto sulle fonti critiche (mono­grafie, articoli o altre forme di documentazione che riportano i contributi critici sul vostro argomento).

Il lavoro di riflessione della tesi consiste nell’attenta e critica valutazione delle fonti e nell’individuazione del vostro percorso individuale, ovvero della vostra proposta interpretativa (la “tesi” nel senso schietto del termine). Anche il modo in cui riuscirete a creare una vostra bibliografia pertinente rientra fra gli elementi di valutazione della tesi stessa. Pertanto, il lavoro bibliografico non consiste nell'accontentarsi dei primi titoli forniti dal relatore come punto di partenza, né nel compilare una lista di titoli possibili e poi andare a ricevimento per farsi dire quelli che bisogna leggere, o magari per riferire ogni volta appunti di letture o altre impressioni. Nella valutazione complessiva rientra anche l’autonomia con cui lo studente, al termine degli anni di studio, partendo dall’as­sistenza del relatore, riesce a costruirsi la propria bibliografia e a usarla criticamente per arrivare a un riflessione autonoma in stile scientifico e accademico: “È stretto dovere dello studente svolgere la tesi attraverso la propria personale applicazione al tema prescelto” (Regolamento delle Carriere degli Studenti, Art. 28, comma 8).

Durante il ricevimento, il relatore valuterà il modo in cui state conducendo la vostra ricerca e consiglierà alcuni eventuali cambiamenti, ma non dovrà svolgere per voi il necessario lavoro di documentazione e ricerca su cui sarete valutati voi.

1.4. La ricerca del materiale

Nelle pagine di questo libro dedicate a ciascun settore linguistico, troverete indicazioni sulla ricerca proprie dei singoli settori.

A livello generale, la ricerca deve essere svolta su pubblicazioni e altro materiale di chiaro e riconosciuto valore scientifico e universitario. Non usate i libri di testo delle scuole superiori o documenti ricavati indistintamente da internet senza previamente valutarne l'autorevolezza e la fondatezza.

Nella creazione della bibliografia siete invitati a consultare per prima cosa i repertori bibliografici presenti in Dipartimento, sia in forma cartacea sia su computer. Si segnalano:

  • sala riviste, contenente riviste specializzate e opere di consultazione generale.
  • Catalogo del Sistema Bibliotecario Padovano indicante il materiale disponi­bile presso l’Università di Padova (http://catalogo.unipd.it/F/?func=find-b-0),
  • banche dati disponibili sul Portale Aire, fra cui figurano ad esempio MLA, JSTOR, LION, etc. È possibile consultare gratuitamente questi database dai computer della rete di ateneo o da casa previa autenticazione mediante proxy (vedi istruzioni sulla pagina della Biblioteca)
  • cataloghi a schede e su computer del Dipartimento
  • biblioteche di Palazzo Maldura, Biblioteca Universitaria in via San Biagio, altre biblioteche di Ateneo
  • altre biblioteche italiane: si ricorda la possibilità del prestito inter-biblioteca. Qualora l’argomento della tesi lo richieda, si possono mettere in conto visite a uni­versità vicine (Venezia, Verona, Bologna, Statale e Cattolica a Milano, ecc.), dopo aver prima consultato il relativo catalogo on-line. Conviene farsi scrivere prima dal relatore una lettera di presentazione, soprattutto se si va in una biblio­teca straniera.
  • biblioteche straniere, su suggerimento del relatore.

1.5. Organizzazione e studio del materiale di ricerca

1.5.1 Il piano di lavoro

Allestite da subito un piano di lavoro, concordato col relatore. Il piano elencherà le varie sezioni della tesi e, con le dovute correzioni in corso d’opera, fornirà la base per l’indice ragionato della tesi stessa. Il piano di lavoro, che via via si tramuterà in indice sempre più definitivo, deve accompagnare ogni sezione di testo che consegnate al vostro relatore, evidenziando sul piano la parte specifica che consegnate. Il relatore sarà così in grado di capire meglio la collocazione e la logica del testo consegnato, raportata all'in­sieme del lavoro.

1.5.2. Le schede di lettura

Via via che reperite materiale, cominciate a studiarlo e ad annotarlo (non mate­rialmente sulla pagina, se si tratta di libri della biblioteca!). Riportate in altrettante schede di lettu­ra distinte per obiettivo (sintesi o citazione):

- la sintesi della tesi sostenuta nell'articolo o nel libro;

- i passi utili per la vostra ricerca, con l’accortezza di riportare al completo gli estremi bibliografici, e in particolare le pagine che intendete citare, in modo da evitare laboriose ricerche dell’ultimo minuto.

Annotatevi anche le idee, gli appunti, le domande che vi vengono in mente alla lettura delle fonti; abbiate cura di controllare la perfetta trascrizione della citazione rispetto al testo originale, ed evitate ellissi e tagli inopportuni o non segnalati in quanto tali: schede rigorose e affidabili vi serviranno per scrivere la tesi.

1.6. Presentazione del materiale per valutazione

Su ogni documento cartaceo o file che consegnate, indicare il vostro nome, cognome, corso di laurea, titolo provvisorio della tesi (e indirizzo e-mail).

1.6.1 Il piano di lavoro e la bibliografia

La prima cosa da presentare è il piano di lavoro e la bibliografia da voi approntata (cf. supra).

1.6.2. I capitoli

Il materiale va presentato in forma pienamente rispondente alle indicazioni tipografiche di questa guida e all’ortografia, grammatica e sintassi della lingua di scrittura. In caso contrario, il relatore vi chiederà di uniformarlo completamente a esse prima di poterlo correggere. Pensate all'impatto indimenticabile della prima impressione: più sarà curato e potenzialmente definitivo il testo che presentate, migliore sarà l'idea che il vostro relatore si farà di voi, del vostro potenziale e della vostra autonomia di lavoro.

Presentate pertanto solo forme complete e finali dei vari capitoli, non liste di appunti, parti, appendici, aggiunte, brutte copie piene di "errori di battiturao di distrazione"..  etc. Scrivete a computer, su pagine numerate, con margini sufficienti per annotazioni del relatore (margine destro/sinistro/alto/basso di 3 cm). Prima di consegnare, controllate il testo col correttore ortografico del word processor. Rivedete accuratamente grammatica e sintassi, soprattutto se scrivete in una lingua straniera: non conta solo il contenuto, ma anche la forma in cui viene presentato (di solito i due si sostengono a vicenda). Inoltre, l'imperfezione della lingua e della presentazione tipografica crea un "rumore di fondo" spiacevole nella lettura del relatore, che stenta a concentrarsi sulla qualità delle idee e sulla validità della dimostrazione.

 Presentate un capitolo per volta, intero, con lunghezza non superiore a 20-30 pagine.

- Consegna cartacea: Se consegnate i capitoli in forma cartacea, accompagnatela con una lettera in cui esplicitate la posizione della parte consegnata nel corpo del lavoro e il contenuto trattato.

- Consegna per posta elettronica: Se invece consegnate i capitoli in file word tramite messaggio elettronico, abbiate cura di nominare il vostro file in modo tale che sia identificabile senza ambiguità: COGNOME_Sigla del CDS_Capitolo-1 (es. ROSSI_LMC_Capitolo-1. Non nominatelo mai solo "tesi", perché il vostro relatore riceve decine di messaggi simili al vostro.

L’e-mail va usata non in sostituzione dei ricevimenti, bensì solo per questioni più tecniche e pratiche. Controllate sempre sulla pagina del docente che non vi siano annunci di cambiamenti riguardo al ricevimento e attenetevi alle modalità specifiche espresse dal docente per il proprio ricevimento.

Quando ricevete i capitoli, applicate le correzioni suggerite,

- in formato cartaceo: integrate subito le revisioni necessarie nella vostra copia e sottoponete poi il capitolo rivisto al relatore.

- in formato file Word: sostituite il file commentato alla vostra precedente versione e applicate le correzioni richieste.

2. Principi minimi di stile e argomentazione

2.1 Originalità e obbligo di citazione

La tesi rappresenta il momento conclusivo e più appassionante della vostra forma­zione personale. Basandovi sulle competenze acquisite durante il corso, applicherete un metodo scientifico di ricerca proprio del settore a un argomento individuato insieme con il relatore. Tramite il confronto con le fonti primarie e con la critica relativa perverrete a risultati originali ed argomentati con chiarezza scientifica. La professio­nalità con cui è organizzata la ricerca, la valutazione corretta delle fonti e la chiarezza dell’esposizione rappresentano i principali parametri di giudizio della tesi stessa.

Il valore della tesi consiste pertanto anche nella distanza critica con cui dimo­strate di sapervi porre rispetto alle fonti pervenendo a un risultato originale e ben docu­mentato. La vostra tesi deve dimostrare una raggiunta padronanza dei mezzi espressivi e la capacità di impostare una ricerca con autonomia di giudizio.

È essenziale quindi che facciate sempre riferimento alla metodologia del settore di laurea, e che nell’argomentazione diate costantemente conto delle fonti che state citando per costruire la propria tesi. La critica va usata e se necessario criticata, non saccheg­giata o copiata. Si raccomanda pertanto assoluta precisione e chiarezza nella citazione delle fonti (vedi 6). Queste fonti e le loro chiare referenze danno informazione, fondatezza e spessore alla vostra riflessione: non solo è dovere di onestà intellettuale dichiararle con trasparenza e precisione, ma vi conviene, per conferire un assetto scientifico alla vostra discussione.

Il plagio, ovvero qualunque citazione di altre fonti fatta senza che ne sia esplici­tata la provenienza e presentata come se fosse materiale proprio, costituisce una grave violazione del rapporto di fiducia tra laureando/a e relatore e un reato passibile di provvedimenti legali e disciplinari, tra cui l’esclusione dalla discussione della tesi (vedansi le pagine relative sulla pagina principale del vostro corso di Studio in Moodle e il sondaggio conclusivo).

 

2.2 Chiarezza dello stile

L’esposizione deve essere il più possibile chiara, rendere adeguatamente e coeren­temente le informazioni raccolte e dimostrare una capacità di organizzarle in un discor­so scientifico compiuto. La tesi non è una raccolta di impressioni generiche e personali, bensì l’analisi di un argomento condotta con rigore metodologico e chiarezza espositiva.

Si raccomanda in particolare uno stile chiaro, conciso, completo. Queste doti si acquisiscono prediligendo ad esempio frasi ben strutturate, semplici, basate su un ordine naturale delle parti del discorso, senza abbondanza di coordinate, preferibilmente in forma attiva, sapientemente scandite con i segni di punteggiatura e con un uso del tempo uniforme. Si raccomanda l’utilizzo di argomentazioni che grazie anche alle cita­zioni rechino informazioni complete e ben visibili a beneficio del lettore e che mostrino fin dove arrivino le fonti e dove si situi invece il lavoro personale del laureando. Si devono prediligere espressioni precise, aderenti alla terminologia in uso nel lettore, senza inutili banalità o appesantimenti verbosi. Il testo atteso rientra nella tipologia dei testi accademici: presuppone che l'autore della tesi metta da parte il suo "io" e le circostanze aneddotiche del proprio lavoro, per fornire a un lettore potenzialmente sconosciuto e anonimo il frutto della sua riflessione: si suole evitare l'"io" (o anche "noi") in posizione soggetto, usando invece soggetti sintattici che siano idee, concetti, strumenti, figure, operazioni, procedure etc., della stessa ricerca.

 2.3 Nozioni minime di punteggiatura

Le usanze tipografiche sono in buona parte condivise; ma presentano alcune divergenze da lingua a lingua: pertanto, le variazioni nazionali della punteggiatura andranno consultate sulle pagine specifiche a ciascuna lingua.

Vengono presentati qui di seguito usi che si possono considerare condivisibili.

 

  • I segni di punteggiatura vanno sempre dopo le virgolette, le parentesi, i rimandi delle note, e sono seguiti da uno (e un solo) spazio. Viene messo uno spazio prima del segno solo nel caso di apertura parentesi, o apertura virgolette.

 

Es.: Desdemona, who in her forgiveness and perfect love is reminiscent of Christ (in a Protestant fashion), represents Christian values; Iago, who in his envious hatred and destructive negativism is reminiscent of Satan, represents anti-Christian values. The choice that Othello had to make was between Christian love and Satanic hate3.

 

  • Non inserite spazi tra le iniziali dei nomi (J.S. Bach).
  • La virgola: è un segno di pausa minima all’interno della frase. Evitate in gene­rale di abusare della virgola come modo di separare due frasi di senso compiuto (*"Rousseau fugge da Ginevra, Rousseau si dedica alla musica"). O le due frasi vengono rese come coordinate ("Rousseau fugge da Ginevra e si dedica alla musica"), o si esplicita la subordinazione fra loro ("Dopo essere fuggito da Ginevra, Rousseau si dedica alla musica"), o diventano due frasi separate ("Rousseau fugge da Ginevra. Comincia a dedicarsi alla musica").
  • Il punto segna una pausa più lunga rispetto alla virgola ed esprime la conclusione di una frase di senso compiuto. È in generale da preferirsi agli altri segni di punteggiatura per la sua capacità di strutturare chiaramente un testo ben scandito nelle sue parti. Ma non andate a capo ogni volta che si mette un punto (vedi 5.1).
  • I due punti esprimono una pausa intermedia tra punto fermo e virgola. Segnano di norma un rapporto diretto tra la parte precedente e quella seguente, la quale di solito è un’esemplificazione, una citazione, etc. direttamente collegata a quanto c’è prima.
  • Il punto e virgola esprime anch’esso una pausa intermedia tra punto fermo e virgola. Indica un rapporto di quasi pari importanza fra le due parti che separa. Molto diffuso in italiano, viene usato più raramente in diverse lingue straniere.
  • La forza di una frase non ha bisogno di segni grafici di enfasi. E se non ha forza, non sarà un punto esclamativo a darla! Il punto esclamativo testimonia infatti un'espressione soggettiva ed enfatica non adatta ad un testo accademico.
  • Limitate al massimo anche l’uso del punto interrogativo. Non è forse vero che, usata la prima volta, la domanda retorica può esser efficace, la seconda annoia, e la terza stanca? Dite semplicemente quello che pensate, senza fingere di chie­dere conferma al lettore.
  • Le virgolette vanno usate, oltre che per le citazioni (vedi 6.2), per indicare un uso inconsueto, autoriale, originale, metaforico di una parola. Vanno usate con estrema parsimonia, e solo per indicare un uso diverso da quello standard.
  • Evitate anche in funzione riassuntiva i segni logico-matematici, quali frecce, segno di uguaglianza, equazioni, elenchi numerati, etc., se non giustificati dall’argomento della tesi e dalle convenzioni grafiche del settore (trasmissioni tra testi, ordine delle edizioni, serie di date e schemi cronologici e filologici, legami tra testi e loro successive edizioni, etc.; consultate sempre in proposito il relatore).
  • Le (parentesi) vanno usate per aggiungere informazioni secondarie ma relative a quanto immediatamente precede e che si preferisce compaiano nel testo, e non in nota (vedi 7). Non abusate di questo espediente grafico: se la considerazione è importante, conviene metterla direttamente nel testo e semplificare la sequenza di frasi. Un indizio quantitativo: una parentesi più lunga di una riga, o una riga e mezza disturba la linearità della frase, quindi lo sviluppo del ragionamento, e segnala con la sua stessa lunghezza la necessità di farne o una nota o una frase autonoma. L'abbondanza di parentesi rivela un mancato ordinamento d'insieme delle idee, un pensiero di tipo digressivo e non programmato, oppure un vezzo stilistico inopportuno
  • I tre puntini (…) vanno messi solo per indicare che all’interno di una citazione avete tagliato alcune parti, sostituite appunto con […]. Non usateli in funzione espressiva per indicare una sospensione del ragionamento.

 

3. Organizzazione della tesi

Una tesi si compone delle seguenti parti:

  1. Frontespizio
  2. Indice
  3. Introduzione
  4. Testo (suddiviso in capitoli numerati)
  5. Conclusioni
  6. Eventuali appendici (grafici, tabelle, illustrazioni, etc.)
  7. Bibliografia
  8. Riassunto

 

3.1 Frontespizio

È la prima pagina a destra del testo dopo la copertina, della quale di solito riproduce i contenuti. Riporta tutte le informazioni relative alla tesi. Il sigillo dell’Università di Padova deve essere inalterato e chiaramente leggibile.

Modelli di frontespizio in formato word sono disponibili per ciascun corso di laurea nella pagina iniziale del corso in Moodle.

 

3.2 Indice

Collocazione. Va messo all’inizio della tesi.

Tipografia: vedi spiegazione in FrancoAngeli, punto 5 pagina 5

Va scritto in una tabella di tre colonne e tante righe quanti titoli da inserire.

  • La 1 colonna accoglie il numero e il titolo del capitolo o della parte.
  • La 2 colonna, più stretta, resta vuota: distanzia il titolo dal numero di pagina.
  • La 3 colonna accoglierà il numero delle pagine, che sarà facile in questo modo tenere allineato.

Il tutto con interlinea 1: l'indice deve essere raccolto, sinottico, stare possibilmente in una pagina.

La tabella va poi resa invisibile, ovvero i bordi vanno impostati in colore bianco.

Strutturazione: L'indice riporta fedelmente i titoli dei capitoli, con numera­zione progressiva con cifre arabe (1, 2, 3...), i titoli degli eventuali sottocapitoli, e il numero di pagina dell’inizio di ciascuno.

Non ci devono mai essere titoli singoli in una determinata sezione:

  • NO                               SI                 

    Capitolo 1

    Punto 1     

    Capitolo 2

    ...

    Capitolo 1

    Punto 1

    Punto 2

    Capitolo 2

    ...

Eventuali parti preliminari (ringraziamenti, avvertenze, etc.), vengono numerate con cifre romane (i, ii, iii...).

 

3.3. Introduzione

Presenta in forma sintetica l'obiettivo della tesi.

  • il corpus sul quale s'intende lavorare (opera letteraria, corpus linguistico, altro materiale raccolto ecc.);
  • la disciplina scelta per l'analisi;
  • le teorie consultate e gli strumenti selezionati per l'analisi;
  • l'ipotesi di lavoro proposta (ovvero la "tesi" nel senso tecnico del termine);
  • il metodo o processo seguito nella trattazione;
  • le tappe della dimostrazione, ovvero il contenuto dei capitoli che compongono il corpo del lavoro.

L'ipotesi annunciata in introduzione troverà le sue risposte nel corpo del lavoro, e la loro sintesi nella conclusione.

Di norma, l'introduzione ha dimensioni contenute pari a circa un decimo del totale del testo: ovvero 3-4 pagine per un lavoro di 40-50 pagine, 10-12 pagine per un lavoro di 100-120 pagine.

 

3.4 Testo

Contiene la tesi vera e propria ed è suddiviso in capitoli, fra di loro assimilabili per lunghezza e importanza descrittiva, dove vengono presentate le varie fasi dell’argomen­tazione. La numerazione delle pagine è successiva (NON ricomincia ad ogni capitolo; vedi 4-8). Nel caso di edizioni critiche si può rendere necessaria una particolare suddivisione del testo (sentite il relatore).

 

3.5 Conclusione

Tramite un riepilogo dell’assunto iniziale e delle questioni emerse durante la tratta­zione, la conclusione illustra sinteticamente i risultati a cui siete pervenuti. Non supera di norma le 3-4 (per la tesi triennale), le 4-6 pagine (per la tesi magistrale).

La conclusione non ripercorre nuovamente le tappe seguite, perché il lettore ne ha letto il programma nell’introduzione e seguito lo sviluppo nella dimostrazione: le ha ormai assimilate ed è inutile ripeterle. Sintetizza invece in sostanza l'esito della rifles­sione, sottolineando l’apporto originale della tesi rispetto allo stato dell’arte.

 

 3.6 Bibliografia

Al termine della tesi va posta la bibliografia delle opere utilizzate. Essa comprende tutte le fonti che avete usato durante la ricerca, anche quelle non citate. Mettete insieme libri e articoli. Non è corretto aggiungere opere non lette e non usate effettivamente nel lavoro di riflessione, con il solo motivo che tratterebbero dello stesso argomento.

La bibliografia scientifica deve comprendere una maggioranaza di referenze cartacee di tenore scientifico (non fonti internet).

Le referenze vanno ordinate alfabeticamente per cognome di autore in ciascuna delle sue sezioni.

 

La bibliografia va preferibilmente distinta in:

1) FONTI PRIMARIE e

2) TESTI CRITICI.

Ulteriori suddivisioni della bibliografia, a seconda dei tipi di supporto delle fonti, possono rendersi necessarie a parere del relatore.

Per le voci bibliografiche si usano le stesse convenzioni delle note (vedi pagina della specifica disciplina scelta), ordinandole però per COGNOME dell’autore. All’interno di uno stesso autore, le opere vanno elencate in ordine cronologico.

4. Formattazione del testo

 4.1 Lunghezza

Ca. 40 pagine (esclusa la bibliografia) per la tesi triennale; almeno 100 per la tesi magistrale.

 4.2 Carattere

  • L’uso di attributi tipografici va strettamente limitato all’essenziale. In generale non ricorrete ad alcun segno di enfasi all’interno del testo, se non per strette esigenze legate al settore o all’argomento approvate dal relatore.
  • Limitare il corsivo solo alle parole straniere che non sono entrate ancora nell’uso italiano e ai termini tecnici e specialistici (vedi 4.5.2).
  • Il sottolineato non si usa nei testi a stampa.
  • Non usare il grassetto (se non per i titoli dei capitoli o per altre esigenze di visibilità tipografica approvate dal relatore).

4.3 Formattazione automatica della pagina

Impaginazione: ogni parte della tesi, e ogni capitolo, inizia in una pagina dispari (a destra). Se un capitolo termina con una pagina dispari, si lascia una pagina bianca pari (a sinistra), computata ma non numerata, in modo da iniziare il capitolo successivo con una pagina dispari.

IMPRESCINDIBILE: Sono fornite le impostazioni di base da predisporre per una gestione automatica corretta dell’intero documento Word: vi sarà molto utile in futuro aver imparato a gestire questo tipo di foglio stile personalizzato.

 4.4 Altre norme comuni

 4.4.1 Abbreviazioni

Limitatevi a quelle più comuni, quali: cf. o cfr., cit., e.g., etc., ibid., i.e., p., pp., l, ll. vv. (il corsivo si usa per le abbreviazioni di origine straniera – latina)

Eventuali abbreviazioni ulteriori, ad esempio dei titoli delle opere, vanno concordate col relatore a seconda delle convenzioni in uso nel settore disciplinare. In questo caso bisogna accludere una tavola esplicativa.

 4.4.2 Parole straniere

Le parole straniere vanno indicate in corsivo (“il concetto di parsing”), a meno che non siano divenute di uso corrente in italiano (Internet). Sono indeclinabili in italiano (non vanno al plurale). È buona norma limitare il ricorso ad espressioni straniere ai soli casi in cui manca un preciso corrispettivo in italiano. Citazioni protratte da alcune lingue potrebbero richiedere una traduzione in nota (sentite il relatore).

4.4.3 Titoli

Vanno in corsivo i titoli di libri, raccolte di saggi, periodici, pamphlet, poemi, poesie lunghe, opere d’arte, composizioni musicali.

Vanno tra virgolette (“...”) i titoli di poesie brevi o racconti, di articoli in periodici, di saggi in volumi miscellanei.

Consultare in ogni caso le norme specifiche a ciascuna lingua.

4.4.4 Accenti

Fare attenzione al corretto uso, anche in italiano, dell’accento acuto (poiché, non poichè) e di quello grave (È, non E’), nonché in generale degli accenti in altre lingue. Si ottengono con la funzione Inserisci > Simbolo > cliccare sul carattere desiderato.

(Si veda, per un aggiornamento pratico e veloce, a: Serena Fornasiero e Silvana Tamiozzo Goldmann, Scrivere l’italiano. Galateo della comunicazione scritta, Bologna, il Mulino, Paperbacks, 20133, 185pp.)

4.4.5 Tempi

Nell’uso dei tempi, ad esempio per riportare le vicende di un testo o la biografia di un autore, scegliete un tempo e usarlo in maniera uniforme. Di solito si predilige il presente per la trama di un’opera ("Hamlet incontra Ophelia"), il passato per delle vicende biografiche ("Cervantes venne preso prigioniero").

 4.4.6 Vita, opere, trame

Riferite vita e opere di un autore solo se si tratta di personaggio poco conosciuto o studiato. Lo stesso vale per le trame delle opere, da limitarsi a quelle poco note.

5. Struttura del testo

5.1 Il paragrafo

Inteso nel contesto della stesura di un testo, il paragrafo (come questo che leggete) è una successione di frasi fra loro logicamente correlate che hanno a che fare con un medesimo tema o aspetto. Distinguete ogni paragrafo con un’indentatura alla prima riga, sempre della stessa dimensione. (Si veda in 4.3 Foglio stile > paragrafo normale). Né all’interno del paragrafo, né tra paragrafo e paragrafo si inseriscono spazi bianchi (ma si veda in 4.3 Foglio stile > paragrafo citazione).

N.B. La parola non ha sempre lo stesso significato in tutte le lingue: in francese, per esempio, paragraphe è sinonimo di alinea, ha lo stesso significato che gli conferisce il “paragrafo” della formattazione Word.

 5.2 Il capitolo

Ogni capitolo si concentra su un aspetto determinato ed esteso della tesi.

Dopo il titolo, si inserisce uno spazio bianco prima dell’inizio del testo vero e proprio, oppure si imposta la formattazione del titolo attraverso il foglio stile, secondo la stessa procedura seguita per impostare gli altri paragrafi di base.

Per maggiore chiarezza, soprattutto se ha una certa lunghezza, il capitolo va suddiviso in sotto­capi­toli, che andranno titolati e numerati.

Si definisce automaticamente con l’opzione Home Paragrafo

La numerazione si distingue in quella di primo livello (i capitoli) con cifre arabe progressive (1, 2, 3...), quella di secondo livello con suddivisione riproducente il numero del capitolo e, separato da un punto, quello progressivo al suo interno (1.1, 1.2...), e così via (1.1.1, 1.1.2, 1.1.2.1, 1.1.2.2, etc.).

 5.3 La struttura tripartite dell'unità testuale

Sia che si consideri la tesi nel suo insieme, il capitolo oppure il singolo paragrafo, ogni tappa della dimostrazione va sempre preceduta da una introduzione e seguita da una conclusione limitate e proporzionate al contenuto della parte che servono a incorniciare.

Introduzione e conclusione servono inoltre a creare legami di continuità e transizione con il testo che precede e con quello che segue. Se le idee sono state ordinate in modo pertinente e congruo, a livello di piano di lavoro, transizioni e legami si presenteranno in modo naturale.

 

6. Referenze e citazioni

La citazione consiste nel riportare compiutamente e chiaramente una fonte (2.1). È un atto fondamentale di precisione metodologica e correttezza professionale, e come tale deve essere sempre chiaramente indicata. Costituisce uno dei principali parametri di valutazione scientifica di una tesi.

6.1 Come riportare i dati bibliografici

Queste modalità vanno seguite sia per indicare in bibliografia estesa le voci cui si è fatto riferimento mediante la citazione per autore (6.3.1), sia per citare i testi nelle note e riportarli in bibliografia quando si sceglie la citazione estesa (6.3.2).

 

6.1.1 Libri e articoli (vedasi tabella sinottica)

6.1.2 Fonte citata in un’altra fonte

È possibile citare fonti di seconda mano, vale a dire fonti non disponibili che si trovano citate in un altro autore. In questo caso bisogna citare il primo autore riportando da dove proviene la sua successiva citazione.

A reviewer’s comment, "all is over at the Savoy in three hours"1, shows how ponderous earlier productions must have been.

____________________________________

1 The Nation, 23 Nov. 1912, quoted by G.Ll. Evans, Shakespeare in the Limelight, London, Dent, 1968, p. 115.

 

6.1.3 Edizioni

Specificate sempre l’edizione usata. Di norma privilegiate l’ultima, indicando tra parentesi quadre i dati della prima edizione: luogo, casa editrice, anno di edizione.

Ernst Robert Curtius, European literature and the latin Middle Ages. Translated from the german by Willard R. Trask, Princeton, University Press, 1990 [I ed. London, Routledge & Kegan Paul, 1953].

 

Se un saggio viene ripubblicato, indicare entrambe le edizioni, specificando nella bibliografia da quale si sta citando (di norma l’ultima).

Nel caso di informazioni bibliografiche incomplete che non sono ricostruibili dal frontespizio o da catalogo, si fa ricorso alle seguenti abbreviazioni che vanno poste in luogo dell’informazione mancante:

s.l. = senza luogo (di edizione)

s.n. = senza nome (dell’editore)

s.n.t. = senza note tipografiche (senza nome e luogo dell’editore)

s.d. = senza data (di edizione)

s.d. [ma 1970] = quando l’anno mancante può essere integrato con certezza

 

6.1.4 Materiali online

Nell’eventuale sitografia, di norma segnalata a parte da fonti primarie e fonti critiche, indicate ogni sito e la data dell’ultima visita. Nella bibliografia riporterete anche la URL (http://), nel testo riporterete il sito senza URL (www...).

Qualora si citi un testo contenuto in un database (ad es., JSTOR) e che viene visualizzato esattamente come è stato pubblicato, non è necessario indicare il database.

Per le monografie e i testi fuori copyright, citate sempre da un testo cartaceo anche se si trova in rete una versione di “pubblico dominio”, la quale potrebbe non recare le necessarie indicazioni bibliografiche o essere di scarsa attendibilità scientifica.

Fate molta attenzione a selezionare solo siti attendibili, possibilmente collegati a un’università o a una casa editrice riconosciuta. Non usate siti privi di un controllo scientifico sulle affermazioni riportate (ad es., Wikipedia). Nel dubbio, chiedete consigli al relatore.

 

6.2. Citazioni indirette e dirette

Le citazioni possono essere indirette o dirette. Le prime riassumono una fonte, le seconde riportano esattamente il testo originale. Anche se la citazione può essere non letterale, deve rispettare il senso di quanto espresso dalla fonte senza stravolgerlo. In ogni caso l’utilizzo di una fonte, diretto o indiretto, va sempre esplicitato.

 

6.2.1 Citazione indiretta

Con la citazione indiretta si riassume l’argomento esposto nella fonte, purché la si indichi chiaramente.

An exchange between Christianne Gillham and Peter Milward has sought to relate this stanza to Plato’s Symposium and to Aquinas and Augustine on the Trinity,1 works which I shall also cite as important for our understanding of Twelfth Night.

 ______________________________________________

1 C. Gillham,"‘Single Natures Double Name": Some Comments on "The Phoenix", Connotations 3 (1992), pp. 126-36; P. Milward, Single to Christian: A Response to Gillham’, Connotations 4 (1993), 60-3.

 

6.2.2 Citazione diretta

Le citazioni dirette vengono precedute e seguite da virgolette “...”, oppure «...» (a seconda della lingua di stesura).

Se all’interno di una citazione compare un’altra citazione, questa viene preceduta e seguita da virgolette semplici “‘...’”

Warren argued that the moon symbolized Coleridge’s seondary imagination and higher reason, in contrast to the sun, which represented understanding.1 [CITAZIONE INDIRETTA] Many later critics have found flaws in Warren’s rigid scheme. Humphy House, for example, asserts "that there was for Coleridge no such stable and exact association between moonlight, half-light, shifting lights-and-shadows, etc.".2 [CITAZIONE DIRETTA] Marshall Suther also mentions Warren: "as Warren claims, ‘Coleridge’s principal images are the sources of Godlike force’; yet moonlight is itself reflected sunlight".3 [CITAZIONE DENTRO LA CITAZIONE]

 _______________________________________

1 Robert Penn Warren, "A Poem of Pure Imagination: An Experiment in Reading", rept. in Selected Essays, New York, Random House, 1958, pp. 35-41.
2 Humpry House, Coleridge, London, Hart-Davis, 1953, pp. 111-12.
3 Marshall Suther, The Dark Night of Coleridge, New York, Columbia University Press, 1960, p. 113, quoting Warren, "A Poem of Pure Imagination", p. 37.

 

6.3 I due modi di citare fonti bibliografiche

È possibile usare due tipi di citazione: la citazione per autore e la citazione estesa. Per la scelta consultate il relatore. Qualunque sia il tipo scelto, soltanto esso dovrà poi essere usato coerentemente in tutta la tesi.

6.3.1 La citazione per autore

La citazione per autore (o anche citazione in chiave, o all’americana) reca:

 Cognome dell’autore in tondo, anno di edizione dell’opera, seguito dal numero della pagina (o delle pagine separate da trattino)

 Il riferimento bibliografico viene segnalato direttamente nel testo e poi spiegato in bibliografia (vedi 8.1). Di norma porta a economizzare lo spazio.

La figura di Eolo nel quadro di Piero da Cosimo diventa così "pienamente comprensibile [...] secondo una di quelle numerose rappresentazioni precedenti conformi alla descrizione omerica" (Panofsky 1999: 58).

 

6.3.2 La citazione estesa

La citazione estesa riporta in nota

 nome dell’autore (di norma abbreviato), cognome dell’autore in tondo, titolo della monografia, luogo di edizione, editore, anno di edizione, pagina o pagine

La figura di Eolo nel quadro di Piero da Cosimo diventa così "pienamente comprensibile [...] secondo una di quelle numerose rappresentazioni precedenti conformi alla descrizione omerica".1

 ____________________________________

1 E. Panosky, Studies in Iconology, trad. it. Studi di iconologia, Torino, Einaudi, 1999, p. 58.

 

Per gli articoli, si indica solo il “titolo” fra virgolette, il nome della rivista in corsivo, il numero di annualità della rivista separato tramite due punti da quello del numero in uscita, l’anno tra parentesi, i numeri di pagine inframezzati da un trattino.

Viola’s crossdressing has, in Woodbridge’s words, the effect of disruptin sexual difference: "Of all Shakespeare’s comedies", she affirms, "it is perhaps Twelfth Night which takes the most remarkable risks with the identity of its central figure".1

 _______________________________________

1 L. Woodbridge, "Towards an Unsaturnalian Twelfth Night", Southern Review 17:1(1994), pp. 207-8.

 

In alcuni casi (contattare il relatore) si usa per gli articoli questo altro schema: titolo, “nome della rivista”, il numero di annualità della rivista separato tramite due punti da quello del numero in uscita, l’anno tra parentesi, i numeri di pagine inframezzati da un trattino (cfr. 6.1.2.1).

1 L. Woodbridge, Towards an Unsaturnalian ‘Twelfth Night’, "Southern Review" 17:1(1994), pp. 207-8.

 

6.4 Citazione dentro il testo e fuori dal testo (in corpo minore)

 6.4.1 Citazione inferiore alle 3-4 righe

Se la citazione non supera le 3-4 righe, essa compare nel testo principale e nello stesso carattere, preceduta e seguita da doppie virgolette.

Citazione per autore

Orsino and Olivia are languishing in melancholy until out of the sea comes "an ambiguous figure who eventually becomes male to Olivia and female to Orsino" (Frye 1965: 83)

 

Citazione estesa

Orsino and Olivia are languishing in melancholy until out of the sea comes "an ambiguous figure who eventually becomes male to Olivia and female to Orsino".1

_____________________________________

1 Northrop Frye, A Natural Perspective: The Development of Shakespearean Comedy and Romance, New York, Arnold, 1965, p. 83.

 

6.4.2 Citazione superiore alle 3-4 righe

Se la citazione supera le 3-4 righe, la si stacca dal testo principale e la scrive in corpo minore, ovvero in un carattere più piccolo (Times New Roman 10), senza virgolette, inserendo uno spazio bianco prima e dopo e immettendo degli ulteriori rientri a sinistra e destra. Il rimando di nota compare alla fine della citazione, e se il paragrafo continua dopo la citazione non si inserisce il capoverso.

There are of course other numbers in the play, and nobody would want to hang an argument on such evidence alone, but it seems indisputable that Shakespeare was prepared to play teasing Neoplatonic, numerological games with ones and threes. Commenting on Sonnet 105 ("Let not my love be called idolatry") in her recent study of the Sonnets, Helen Vendler notes that it depends first of all on the reader’s recognizing the speaker’s inventive transmutation of Christian Trinitarian theology and of the doxology. But this substantial piece of cleverness is accompanied by others. First of all, by identifying his beloved’s qualities (fair, kind, and true) as those of the PlatonicTriad (the Beautiful, the Good, the True), the poet opposes to his accuser’s ChristianTrinity an equally powerful, but classical, cultural totem as an emblem of the divine.1

 She goes on to note the structuring of the poem in Trinitarian terms, the octave concentrating on oneness, the first three lines of the sestet on threeness, and the last three on three-in-oneness.

 ____________________________

1 H. Vendler, The Art of Shakespeare’s Sonnets, Cambridge, Mass., Harvard University Press, 1997, p. 445.

 

6.5 Citazione di opere frequentemente citate nella tesi

Per i titoli di opere frequentemente citate nella tesi si può indicare in nota la prima volta in forma completa i dati bibliografici dell’edizione usata (6.1), e poi indicare i successivi rimandi fra parentesi nel testo principale:

Marcel allude a un personaggio fondamentale: "Dans la maison que nous étions venus habiter, la grande dame du fond de la cour était une duchesse, élégante et encore jeune. C’était Mme de Guermantes" (Le Côté de Guermantes I, p. 758).

Solitamente per opere famose (classici, Bibbia, etc.) dotate di numerazione interna e di suddivisione in capitoli e sottocapitoli, e per le opere teatrali (suddivise in atti, scene, versi) e poetiche (suddivise in canti e versi), si riporta il rimando fra parentesi direttamente nel testo principale dopo la citazione diretta (6.2.2), con l’accortezza però di indicare prima chiaramente quale edizione venga usata. Semplici rimandi senza citazioni testuali a passi presenti in opere universalmente note nella loro suddivisione (ad es., la Bibbia, opere classiche, etc.) si possono fare senza indicare l’edizione (Genesi 1.3-5); se però citate un passo da queste opere, dovete riportare anche l’edizione.

Per economia di spazio si può anche redigere una lista delle edizioni usate per i testi principali oggetto della tesi, con l’avvertenza di metterla all’inizio della tesi.

7. Le note

Nel caso della citazione per autore (6.3.1), le note aggiungono dei commenti estesi che per la loro lunghezza non vengono immessi nel testo principale. Nel caso della citazione estesa (6.3.2), le note contengono per prima cosa le indicazioni biblio­grafiche delle fonti citate, unite eventualmente a dei commenti.

Le note sono poste di norma a piè di pagina (salvo diversa indicazione del relatore) con numerazione progressiva che ricomincia a ogni capitolo. Sono in un carattere più piccolo rispetto a quello principale (Times New Roman 10).

Il paragrafo è giustificato. Al termine del testo della nota va sempre un punto.

L’esponente della nota va messo al termine della citazione. Va prima di ogni segno di interpunzione.

 

7.1 Note nella citazione per autore

Con la citazione per autore (6.3.1) semplicemente si riportano i dati

 

cognome – anno – numero di pagina se necessario

 

1 Per un’analisi completa di questo tema alla luce delle teorie neoplatoniche del periodo, vedi Vendler 1997, pp. 445-560.

 

In bibliografia poi si riportano per esteso i dati bibliografici completi (vedi 8.1).

 

7.2 Note nella citazione estesa

Con la citazione estesa (6.3.2), la prima volta si cita la fonte per completo. La seconda volta (e successive) si può riportare solo

 

cognome+Prime parole del titolo+pagina

 

Se non ci sono dubbi su quale sia l’opera citata, la seconda volta (e successive) si può riportare solo

 

cognome+op. cit. +pagina

 

La prima citazione:

1 R. Quirk, et al., A Comprehensive Grammar of the English Language, London and New York, Longman, 1985, pp. 76-7.

 

Successiva citazione: Quirk et al., A Comprehensive Grammar, pp. 92-3.

Oppure: Quirk et al., op. cit., pp. 92-3.

 

Se una citazione si riferisce a un autore e/o a un’opera già citati nella nota precedente, si può riassumere così:

 Ivi, p. … (nel caso che siano uguali autore e opera e cambi solo la pagina);

Ibidem (se sono uguali autore, opera, pagina);

Idem (se l’autore è lo stesso ma con opera diversa);

Eadem (se l’autore è una donna).

 

 

Comment bien rédiger un mémoire en langue française?

1. Lectures préparatoires: conception - recherche - argumentation

  • Van Campenhout, Luc, Quivy, Raymond, Manuel de recherche en sciences sociales, Paris, Dunod, 2011 [présupposés et fondements de la recherche universitaire : Biblioteca di francese FC III 1667].
  • Fondanèche, Daniel, Rédiger un mémoire de master ou professionnel, Paris, Vuibert, 2009 [pratique et didactique : Biblioteca di francese FC III 1653].
  • Lenoble-Pinson, Michèle, La Rédaction scientifique, Bruxelles, De Boeck, 1999 [pratique et didactique, un peu plus ancien, mais toujours valable du point de vue académique : Biblioteca di francese FC III 1185].

2. Recherches bibliographiques

Constituer un jeu de fiches bibliographiques (par ex. papier fort 12.6cm X 7.4cm) en reportant une et une seule référence complète par fiche.

bases de données en langues et littératures

2.1. En littérature, commencer la recherche en ligne par:

 - approfondir la recherche croisée sur sources papier en consultant:

  • Klapp, Otto, Bibliographie d’histoire littéraire de la France  (Bibliothèque de français).
  • Rancœur, René, Bibliographie littéraire (en volumes jusqu’en 1980) (Bibliothèque de français).
  • Rancœur, René, Revue d’Histoire Littéraire de la France (en revue à partir de 1980) (emeroteca).

2.2. En linguistique: commencer la recherche par les revues suivantes (bibliothèque des revues)

  • Langue française (revue de linguistique française, numéros thématiques qui font périodiquement l’état de l’art).
  • Langages (revue de linguistique française, numéros thématiques qui font périodiquement l’état de l’art).
  • Linguistic Bibliography for the year… [Biblioteca universitaria CONS 01.1.4].
  • The Linguistic Bibliography / Bibliographie Linguistique Edited by René Genis, Hella Olbertz, Sijmen Tol and Eline van der Veken (annual bibliography of linguistics published by the Permanent International Committee of Linguists under the auspices of the International Council of Philosophy and Humanistic Studies of UNESCO). With a tradition of sixty-five years, the Linguistic Bibliography is by far the most comprehensive bibliography in the field. It covers all branches of linguistics, both theoretical and descriptive, from all geographical areas, including lesser known and extinct languages, with particular attention to the many endangered languages of the world. Up-to-date information is guaranteed by the collaboration of some forty-five contributing specialists from all over the world. With over 20,000 titles arranged according to a detailed state-of-the-art classification, the Linguistic Bibliography remains the standard reference book.

3. Indications typographiques

3.1.Traitement de texte

Avant de commencer le mémoire, apprendre

    • 1) la frappe aveugle au clavier (on trouve des méthodes gratuites sur internet)
    • 2) à gérer une feuille de style,
    • 3) à structurer un document,
    • 4) à construire un tableau-sommaire, des cases de texte, des tableaux, des tartes etc.
    • Référence: "help" de Word.

3.2. Recommandations aux auteurs

  • FrancoAngeli, Come impaginare un testo come“libro” http://www.francoangeli.it/Come_Pubblicare/PubMod3.pd (N.B. seul conseil à ne pas suivre: l'espace blanc entre le titre du chapitre et le texte doit se réduire à deux ou trois interlignes au maximum).
  • Fondanèche, Daniel, Rédiger un mémoire de master ou professionnel, Paris, Vuibert, 2009 [fournit des indactions de mise en page : disponible à la librairie Nex et en Bibliothèque de français : FC III 1653].
  • Lenoble-Pinson, Michèle, La Rédaction scientifique, Bruxelles, De Boeck, 1999 (fournit des indications de mise en page; disponible à la librairie Nex et en Bibliothèque de français FC III 1185).
  • Ramat, Aurel, Le Ramat européen de la typographie, Editions Aurel Ramat, 20082 (profes­sio­nnel, exhaustif, format poche, disponible à la librairie Nex; obligatoire dans la bibliothèque de futurs professionnels du texte).
  • Legendre, Bernard, Les Métiers de l'édition, Paris, Édition du Cercle de la Librairie, 1999, pp. 126-145 (professionnel; en bref, du calibrage de la page à la préparation de copie, le code typographique, les bibliographies).
  • Perrousseaux, Yves, Règles typographiques françaises.

4. Instruments linguistiques

4.1. Langue écrite

Grammaire: Riegel et al.,Grammaire méthodique du français, Paris, PUF, [1999], 20143 (édition de poche, 2014): revoir les diapositives des 3 modules frontaux de phonétique/orthographe, micro et macrosyntaxe et leurs textes de référence (TOUTES les matières enseignéesdans ces modules sont directement applicables à la rédaction correcte en langue française).

Orthographe: Dictionnaire monolingue Robert (version papier et CDRom en bibliothèque de français), en ligne: TLFi; voir aussi plates-formes Sensagent et Lexilogos, Synapse leurs dictionnaires, conjugueurs et correcteurs orthographie (Cordial). Recourir aussi au correcteur français d'Office, nécessaire à tout professionnel du texte.

Robert, Les Faux amis aux aguets: consulter en particulier:

  • i “falsi amici”;
  • i “transessuali”;
  • i verbi e la loro costruzione variabile tra francese e italiano.

Lexique-grammaire: Le Robert, Dictionnaire des combinaisons de mots. Les synonymes en contexte, Collection Les Usuels, 2007, 1011pp. (très précieux: l'avoir toujours sous les yeux pour le choix des bonnes combinaisons de mots; disponible à la librairie Nex en version poche; au programme de Lingua, Linguistica e Traduzione francese 1 magistrale).

4.2. Argomentation, cohésion, cohérence du discours (expression logique de la pensée):

  • Callamand, Monique, Grammaire vivante du français, Paris, Larousse, 1987.
  • Charaudeau, Patrick, Grammaire du sens et de l’expression, Paris, Hachette éducation, 1992.
  • Riegel, Martin et al., Partie V "Grammaire et communication", in Grammaire méthodique du français, Paris, PUF, 2004, pp. 569-623 entre autres.

  • Style: De bons conseils pour employer des structures élégantes et varier le vocabulaire sont fournis avec des exercices dans: Paul Thiry et al., Vocabulaire français, Bruxelles, De Boeck Duculot, 2005, en particulier aux pp. 201-256 (4e partie: L'agencement des mots):

    - élimination des verbes passe-partout (il y a, avoir, faire, mettre, voir, dire, donner, prendre)

    - procédés d'expression: cause, temps, condition, concession, but, conséquence, manière, relatives, complétives, participe présent, gérondif, forme passive, adverbes, prépositions, ordre des compléments, maladresses.

4.3. Analyse de texte

  • Lancrey-Javal, Romain [et al.], Manuel d'analyse des textes, Paris, Colin, 2014.
  • Bordas, Éric [et al.], L'analyse littéraire: notions et repères, Paris, Colin, 2014.
  • Herschberg-Pierrot, Anne, Stylistique de la prose, Paris, Belin, 1993, 2003.
  • Dürrenmatt, Jacques, Stylistique de la poésie, Paris, Belin, 2005.

Letteratura inglese

Letteratura angloamericana

1. La ricerca bibliografica

In generale, soprattutto nelle prime fasi di una bibliografia, si possono ottenere altri titoli dai primi libri o articoli che trovate utili. Quando trovate un buon libro o un articolo, controllate la loro bibliografia in cerca di altre pubblicazioni pertinenti.

 

1.1. La ricerca su banche dati bibliografiche

1.1.1 MLA

Potete cominciare con dei database bibliografici, come MLA (la trovate fra le risorse elettroniche di ateneo sul  Portale AIRE, bibliotecadigitale.cab.unipd.it), che indicano tutte le pubblicazioni su un determinato argomento, soprattutto gli articoli in lingua inglese.

Nella ricerca bibliografica occorre incrociare dei termini che non siano né troppo vasti né troppo ristretti. Ad esempio, digitare “William Shakespeare AND Italy” potrà già restringere le pubblicazioni agli scritti pubblicati in Italia su Shakespeare, ai rapporti fra Shakespeare e l’Italia, e così via. Meglio ancora arrivare a un dato tipo “Shakespeare AND Italy AND 20th Century Interpretations”. Si tratta dello stesso metodo (o linguaggio booleano) usato per i motori di ricerca Internet.

Una possibile eccezione a questa esigenza generale si ha quando avete a che fare o con autori od opere poco studiati. In questi casi, potete anche provare semplicemente a digitare il nome dell’autore/opera e vedere cosa succede.

Una volta trovati dei titoli utili, dovrete ovviamente cercarli fisicamente (1.2).

 

1.1.2 Altri Cataloghi bibliografici

Oltre alle risorse dell'Ateneo di Padova (bibliotecadigitale.cab.unipd.it), può essere utile consultare altri cataloghi bibliografici in rete di istituzioni italiane e straniere, soprattutto se avete bisogno di recarvi lì o chiedere un prestito interbibliotecario.

 1.2 La ricerca su database di pubblicazione

L'incrocio fra più voci si deve applicare anche alla ricerca sui database che ospitano le pubblicazioni.

I database più utili sono JSTOR (www.jstor.org) e LION (literature.proquest.com)Sono fra le risorse elettroniche di ateneo sul  Portale AIRE (cercate sotto bibliotecadigitale.cab.unipd.it). Su JSTOR troverete molte riviste letterarie internazionali, direttamente consultabili online. In LION LITERATURE, se compare il simbolo della pagina aperta, o meglio ancora della macchina fotografica, vuol dire che il testo è direttamente consultabile online.

Dovete collegarvi all’indirizzo da un computer della rete d’ateneo. Potrete così scaricare e/o stampare gli articoli.I repertori online sono comunque accessibili anche dal vostro computer se vi autenticate: quando siete sulla pagina web “Biblioteche” del sito unipd, attivate il link “Connessione da fuori Ateneo alle risorse in rete” e seguite le istruzioni (http://bibliotecadigitale.cab.unipd.it/collezioni_navigazione/cartella-servizi/connessione-da-remoto).

1.2.1 Come restringere la ricerca

Una buona ricerca si può fare o digitando un numero congruo di termini uniti da AND, in modo da restringere il campo ai documenti dove compaiono tutti insieme quei termini (es., Shakespeare AND Hamlet AND Greenblatt AND Purgatory, se volete leggere qualcosa sul libro di Greenblatt sul Purgatorio in Hamlet) oppure, se il termine è già sufficientemente delineato, semplicemente mettendolo all’interno di virgolette (“Hamlet in Purgatory”).

Su alcuni database (ad es. JSTOR), questo incrocio si può ottenere selezionando “Advanced Search”. Potete cominciare con la ricerca più ristretta, indicando come campo in cui cercare quei termini l'ITEM TITLE. Se ottenete nulla o poco, provate a estendere la ricerca al campo FULL-TEXT.

Ad esempio, mettiamo che vogliate fare una ricerca sul tema del Purgatorio in Hamlet.

 a)

ITEM TITLE 1: Hamlet

ITEM TITLE 2Purgatory

darà tutte le pubblicazioni in cui Hamlet e Purgatory figurano entrambi nel titolo (risultati più ristretti)

 

b)

ITEM TITLE: Hamlet

FULL-TEXT: Purgatory

darà tutte le pubblicazioni aventi per oggetto Hamlet e in cui Purgatory viene citato all'interno dell'articolo (risultati più allargati)

 

c)

FULL-TEXT 1: Hamlet

FULL-TEXT 2: Purgatory

darà tutte le pubblicazioni al cui interno vengono citati sia Hamlet sia Purgatory (risultati molto estesi)

 Si possono aggiungere altri campi premendo il pulsante ADD FIELD +.

1.2.2 Altre risorse digitali

Per gli studenti che vogliono occuparsi di Letteratura del Rinascimento, un repertorio fondamentale è EEBO ( Early English Books Online) - http://eebo.chadwyck.com/search, Ha il pdf di TUTTI i libri stampati in Inghilterra dall’invenzione della stampa al Settecento. È fra le risorse elettroniche di ateneo sul  Portale AIRE (cercate sotto bibliotecadigitale.cab.unipd.it).

  • Scholar Google (scholar.google.it/), Internet Archive (https://archive.org/) e Google libri (books.google.it/), ma solo a condizione che il testo/articolo sia visionabile nella sua interezza, e non come anteprima di poche pagine.

 

Gli studenti di letteratura angloamericana che vogliono lavorare sull’Ottocento e primo Novecento  possono trovare materiale interessante, fuori stampa e di difficile reperimento, in questi siti:

 2. Altre indicazioni di stile

  • Lingua: la tesi va scritta in inglese (con possibili e parziali eccezioni nel caso di una correlazione con un docente che non appartenga al Dipartimento: si vedano le indicazioni fornite nel regolamento didattico). Sarà cura dello studente scrivere in un inglese grammaticalmente corretto, sintatticamente scorrevole, lessicalmente plausibile. Vi saranno di grande uso gli esempi proposti dalla critica moderna che leggete nella fase di ricerca (un motivo in più per leggerla attentamente, e cercare di capire tutto). Fate uso generoso di dizionari, particolarmente dei dizionari monolingue che vi sono stati consigliati nel corso della vostra vita universitaria, e non vergognatevi di ricorrere a un testo di grammatica per ogni dubbio. Evitate i periodi lunghissimi e contorti: periodi brevi e chiari, per favore, con grande abbondanza di punti fermi. Non usate forme contratte (es. don't, can't).
  • Spelling: British English o American English, a seconda della materia di laurea. Una volta scelto lo spelling, attenetevi scrupolosamente ad esso soltanto. Seguite l'Oxford English Dictionary in caso di dubbio. Resta inteso che quando citate un autore o un critico aderirete scrupolosamente allo spelling che questi adopera. Se trovate un errore nel testo che state citando, non correggetelo, ma aggiungete [sic], in modo da indicare che siete coscienti dell'esistenza di questo errore.
  • Maiuscole: si usano all'inizio di un periodo, o all'inizio di un testo, o per i nomi propri. In inglese i titoli di libri, poesie, riviste e articoli, o i nomi di opere d'arte, vogliono l'iniziale maiuscola per tutte le parole semanticamente piene, oltre che per la prima parola: The Taming of the Shrew, A History of the Bible as Literature, The Englishman Who Went up a Hill and Came down a Mountain. Iniziale maiuscola anche per la prima parola di ogni verso nelle poesie.
  • Nomi di personaggi: Quando nominate un personaggio storico o letterario o un critico per la prima volta, usate sempre nome e cognome. Personaggi o luoghi non inglesi vanno citati nella lingua originale. Se introducete un personaggio storico non troppo noto aggiungete in nota una breve spiegazione su chi è, in modo da mettere il lettore a proprio agio. Per personaggi inglesi o collegati al mondo britannico usate l'ODNB (Oxford Dictionary of National Biography), disponibile come risorsa elettronica nel Sistema Bibliotecario di Ateneo[Alessandr1] .
  • Indice: si chiama Table of Contents, si trova all'inizio della tesi (pagina 3, dal momento che il frontespizio sarà a pagina 1). Verificatene la correttezza prima di andare in copisteria.
  • Premessa: si chiamerà Foreword, sarà breve e semplice, e darà conto del lavoro svolto e dell'articolazione della tesi. Serve a informare il lettore di ciò che sta per leggere. Alla fine della premessa, se necessario, si ringrazieranno biblioteche, enti, o persone che sono stati di aiuto durante il lavoro per la tesi. Non si ringrazia il relatore.
  • Illustrazioni: usatele se necessario, ma non fatene un'ossessione. Se c'è più di una illustrazione, bisognerà numerarle e la didascalia, che dovrebbe apparire sotto ogni illustrazione, dovrà essere ripetuta in un indice delle illustrazioni (list of illustrations) che indicherà anche tra quali due pagine si trovi l'illustrazione (le illustrazioni medesime, se sono a pagina piena, vanno poste sul lato destro, sono bianche sul retro, e non rientrano nel calcolo delle pagine).

3 Lingua inglese

utili informazioni e risorse per la stesura in lingua inglese si trovano alla pagina successiva:

10. Lingua inglese


English Language/Linguistics

1. Structure of the dissertation

 Your dissertation should conform to the following general outline:

  • Cover/Title page
  • Abstract
  • (Acknowledgements: optional)
  • Table of contents
  • Introduction
  • Body (divided into sections): possible sections include a Literature Review section, a Method/Approach Section, a Findings/Results section and a Discussion section)
  • Conclusion
  • References
  • (Appendices: optional)
  • Summary in Italian

 For more information about the various parts of a dissertation and for examples see:

http://writingcentre.ioe.ac.uk/guides/dissertations

 

2. References

 To compile the References section of your dissertation, follow the guidelines you can find in:

Section 11 of the following Stylesheet (Mouton de Gruyter).

 

3. Punctuation

 You can retrieve useful information on punctuation from the following resources:

 4. Academic writing

If you need to learn how to write academic English, you can consult the following publications:

  • Zemach, Dorothy E. Broudy Danile & Chris Valvona. 2011. Writing research papers: From essay to research paper. Oxford: Macmillan.
  • Oshima, Alice & Hogue Ann. 2006. Writing academic English, Level 4. Harlow: Longman.
  • Swales, John M. & Feak Christine B. 2004. Academic writing for graduate students, 3rd edition. Ann Arbour, MI: University of Michigan Press.

 You can also find information in the following resource:  Academic Writing in English

 Ask your supervisor for more detailed indications as to the methods, reference books and other materials relevant to your specific project.

5. Grammar

If you need help with grammar, please consult the following:

  • Carter, Ronald & Michael McCarthy 2006. Cambridge grammar of English: A comprehensive guide to spoken and written grammar and usage. Cambridge: Cambridge University Press.
  • Biber, Douglas, Conrad Susan & Geoffrey Leech. 2002. Longman student grammar of spoken and written English. Harlow: Pearson Education Limited.
  • Downing, Angela & Philip Locke. 2006. A university course in English grammar, 2nd edition. London/New York: Routledge.
  • Eastwood, John 2002. Oxford guide to English grammar. Oxford: Oxford University Press.
  • Oxford Practice Grammar with answers
  • Oxford Guide to English Grammar 

 6. Dictionaries

 At all times, make sure you can access A) a monolingual dictionary for advanced learners, such as:

  • Cambridge advanced learner’s dictionary. Cambridge University Press (a recent edition);
  • Collins COBUILD English dictionary. Collins (a recent edition);
  • Longman dictionary of contemporary English. Longman (a recent edition);
  • Macmillan English dictionary for advanced learners. Macmillan (a recent edition);
  • The Oxford advanced learner’s dictionary. Oxford University Press (a recent edition).

 as well as B) a bilingual dictionary, such as:

  • Picchi, Fernando. Grande Dizionario di Inglese, Inglese-Italiano / Italiano-Inglese. HOEPLI (a recent edition).

Indicazioni pratiche per le tesi in lingua italiana

Bisogna avere ben chiaro l’obiettivo del lavoro e dichiararlo subito nell’introduzione. Alla fine, nelle conclusioni, si riassumono brevemente i risultati raggiunti, mettendo in luce gli aspetti positivi e negativi (se ce ne sono stati) della ricerca.

Bisogna dotarsi degli strumenti (saggi scritti, dati) utili a raggiungere l’obiettivo dichiarato. Per far ciò è indispensabile, a partire dai saggi suggeriti dal docente, procedere ad una esplorazione autonoma del campo di studi.

Prima di procedere alla stesura della tesi bisogna schedare tutto ciò che si legge: vanno cioè riportate (riassunte) in un documento (consigliato un file Word) tutte le informazioni relative al proprio tema presenti nel saggio letto, e solo quelle. Si consiglia di scrivere subito al computer e aprire una cartella apposita, in cui mettere un file per saggio, col titolo rappresentato dal nome dell’autore del saggio schedato. La schedatura sarà breve o lunga a seconda del numero e dell’importanza delle informazioni (sempre relative al proprio tema) presenti nel saggio letto. Passaggi particolarmente importanti ai fini del proprio argomento vanno citati integralmente, con l’indicazione esatta della pagina relativa.

L’indice e la bibliografia via via consultata vanno tenuti sempre aggiornati e vanno presentati regolarmente ogniqualvolta si presentano parti del lavoro.

La tesi va scandita in capitoli, paragrafi ed eventualmente sotto-paragrafi. Il contenuto di ogni capitolo (o paragrafo o sotto-paragrafo) deve essere coerente con il titolo dato.

Nella scrittura si adotterà lo stile tipico del saggio breve, uniformandosi alle convenzioni di scrittura, di strutturazione testuale e di citazione invalse negli studi italiani di linguistica (un esempio tra i tanti può essere il mio Esperimenti grammaticali). Si raccomandano la chiarezza nell'esposizione e il rispetto assoluto della grammatica e della sintassi italiana, uno stile piano e assolutamente non retorico, un periodare non eccessivamente complesso, una punteggiatura in grado di scandire adeguatamente l'esposizione, un lessico preciso e funzionale alla materia trattata.

Le note vanno riservate non già ai rimandi bibliografici ma ad eventuali informazioni collaterali rispetto al discorso principale.

Si usano tutti i segni di punteggiatura, secondo le convenzioni della lingua scritta: una buona guida in Serianni L., Italiani scritti, il Mulino, Bologna 2012, pp. 49-68. La scansione in capoversi (con rientro di qualche battuta) segnala “il passaggio ad un distinto blocco informativo o argomentativo” (ivi, p. 54).

È buona norma attribuire sempre le informazioni più puntuali o le affermazioni più impegnative agli studiosi che le hanno fatte e argomentate, sulla base delle loro personali ricerche e riflessioni. Tali rimandi possono essere fatti secondo le seguenti modalità:

Secondo De Mauro (1977, p. 131) l’educazione linguistica dei giovani deve puntare alla varietà, cioè alla diversificazione e alla creatività linguistica.

L’educazione linguistica dei giovani deve puntare alla varietà, cioè alla diversificazione e alla creatività linguistica (De Mauro 1977, p. 131).

Le citazioni integrali, che non devono mai essere troppo lunghe (4-5 righe al massimo), si fanno secondo questi esempi (attenzione alla punteggiatura):

Dunque bisogna educare i giovani al “rispetto della varietà linguistica ed all’uso d’ogni sorta di creatività linguistica” (De Mauro 1977, p. 131).

L’espressione ‘repertorio linguistico degli italiani’ designa “l’insieme delle varietà di lingua a disposizione della comunità parlante italofona” (Berruto 1993, p. 4). Tuttavia, data la particolare situazione italiana, non esiste un unico repertorio linguistico che sia valido per tutti gli italiani: a rigore, tale repertorio varia da regione a regione, anche se “tutti hanno […] in comune la presenza dell’italiano e delle sue varietà, che fa da tratto unificatore nella molteplicità dei repertori” (ivi).

I riferimenti bibliografici completi andranno riportati alla fine, in coda al testo, secondo questi esempi:

Canepari L. (1979), Introduzione alla fonetica, Einaudi, Torino.

Ferreri S. - Guerriero A. R. (a cura di) (1998), Educazione linguistica vent’anni dopo e oltre. Che cosa ne pensano De Mauro, Renzi, Simone, Sobrero, La Nuova Italia, Firenze.

Saggi in riviste:

Altieri Biagi M. L. (1988), La grammatica a partire dai testi, in “Le lingue del mondo”, LIII, 1/ 2, pp. 30-33.

Saggi in opere collettive:

Altieri Biagi M. L. (1999), Dal testo al paradigma: il macigno di Buzzati, in Cardinale U. (a cura di),  Insegnare italiano nella scuola del 2000, Unipress, Padova, pp. 283-300.

 

 

 

 

Norme specifiche per le tesi triennali e magistrali in russo e filologia slava

1. Strumenti di ricerca

Oltre agli strumenti menzionati nelle indicazioni generali, per i lavori riguardanti la lingua e la letteratura russa e la filologia slava si consiglia di utilizzare anche:

  • motori di ricerca e portali russi (come www.yandex.ru, www.rambler.ru, dic.academic.ru)
  • i cataloghi delle due principali biblioteche russe: la Rossijskaja gosudarstvennaja biblioteka di Mosca (www.rsl.ru/) e la Rossijskaja nacional’naja biblioteka di San Pietroburgo (www.nlr.ru/)
  • il Karlsruher virtueller Katalog (KVK, www.ubka.uni-karlsruhe.de/kvk.html), che comprende, oltre alle principali biblioteche tedesche, anche alcune tra le più importanti biblioteche europee e mondiali
  • il portale di informazione bibliografica INION (www.inion.ru). È necessario registrarsi gratuitamente per avere accesso a tutte le funzionalità di ricerca.

N.B. Per prestiti da biblioteche nazionali ed estere si leggano attentamente le informazioni contenute nella pagina Internet www.cab.unipd.it/prestito-interbibliotecario e ci si rivolga all’Ufficio Centrale Prestito Interbibliotecario presso la Biblioteca della ex Facoltà di Scienze statistiche (via Cesare Battisti, 241-243).

2. Norme per la traslitterazione - Abbreviazioni (vedi tabelle collegate)

Nella seguente tabella viene riportata la convenzione adottata in Italia per la traslitterazione dell’alfabeto cirillico in quello latino. Le lettere poste tra parentesi quadra evidenziano i segni che sono considerati accettabili secondo la norma ISO-09, usata al livello internazionale, ma che non vengono utilizzati nella convenzione italiana.

* È questa la variante che si suggerisce di usare.

Si ricordi che la traslitterazione scientifica riportata è una convenzione che viene adottata in Italia e parzialmente in altri stati. In paesi come l’Inghilterra si applicano, oltre alla succitata ISO-09, anche norme differenti, che è opportuno conoscere per potersi orientare meglio nella fase di ricerca del materiale bibliografico. I nomi degli autori russi si possono infatti reperire scritti in maniera diversa dalla norma italiana. Esempi: Pushkin anziché Puškin, Tolstoy anziché Tolstoj, Akhmatova anziché Achmatova, Tsvetaeva anziché Cvetaeva ecc.

Le citazioni di parti del testo in russo vanno riportate in caratteri cirillici. La traslitterazione si usa per i nomi propri inseriti nel testo in italiano, per parole singole inserite nel testo italiano e nelle indicazioni bibliografiche. È possibile anche lasciare le indicazioni bibliografiche russe in caratteri cirillici. L’importante è che ci sia coerenza all’interno della tesi.

3. Note secondo i criteri russi

Per comprendere le indicazioni bibliografiche che si trovano nei testi russi, si tenga presente che in russo si usano criteri editoriali diversi. Si vedano gli esempi riportati qui di seguito.

М. Бахтин, Проблемы поэтики Достоевского, Москва, Художественная литература, 1972, с. 50.

In cirillico, si scriverà с. 50-55 (с. = Страница), se la nota si riferisce a più di una pagina oppure, nel caso di due citazioni separate, с. 50, 55.

Б. И. Бурсов, Ранний Толстой // Творчество Л. Н. Толстого, Сб. ст., Москва-Ленинград, Художественная литература, 1954, с. 136-137.

La doppia barra ( // ) sostituisce la preposizione “in” usata in italiano.

Se si tratta di una miscellanea russa dopo il titolo sarà posta la dicitura cб. ст. (che sta per сборник статей = raccolta di articoli).

Esempi:

М. С. Силинина, Творческая история повести Л. Н. Толстого «Казаки» в свете проблема народа // «Ученые записки Kуйбышевского педагогического инст.-та», 1957, Вып. 14, с. 5-20: 6.

А. С. Пушкин, Евгений Онегин // Полное собрание сочинений в десяти томах, Москва-Ленинград, Художественная литература, 1949, Т. 4, с. 35.

4. Note aggiuntive sulla struttura della bibliografia finale

La bibliografia finale sarà strutturata tenendo conto del fatto che si utilizzano lavori scritti con alfabeti diversi.

4.1. Fonti / Opere letterarie

  1. Fonti in lingua russa (si userà l’alfabeto cirillico e quindi si seguirà l’ordine alfabetico russo)
  2. Fonti in italiano e nelle altre lingue (si userà l’alfabeto latino e quindi si seguirà l’ordine alfabetico italiano).

4.2. Studi

  1. Studi in lingua russa (si userà l’alfabeto cirillico e quindi si seguirà l’ordine alfabetico russo)
  2. Studi in italiano e nelle altre lingue (si userà l’alfabeto latino e quindi si seguirà l’ordine alfabetico italiano).

È consigliabile indicare prima i riferimenti in caratteri cirillici e successivamente, lasciando uno spazio adeguato, quelli in caratteri latini.

Le voci bibliografiche riguardanti articoli conterranno naturalmente solo la pagina di inizio e quella di fine.

I siti internet e i motori di ricerca della quinta sezione saranno anch’essi disposti in ordine alfabetico.

Procedure e normative specifiche alla letteratura tedesca

1. Tema e struttura dell'elaborato

 Una tesi di triennale di letteratura tedesca consiste di norma nell’analisi di un testo letterario in lingua tedesca (eventuali eccezioni andranno discusse e valutate con il proprio relatore).

Il testo preso in esame può essere un testo narrativo in prosa (racconto, novella, romanzo, ecc.), un testo lirico (un ciclo di poesie o anche un unico componimento poetico), un testo teatrale (commedia, tragedia, dramma lirico, ecc.), oppure da un saggio.

Il lavoro può essere scritto in italiano o in tedesco e va articolato, in linea di massima, nelle seguenti parti:

 

  • Una breve premessa in cui, in estrema sintesi, viene presentato l’oggetto dell’analisi, l’edizione di riferimento (che dovrà essere l’edizione più accreditata dell’opera; nel caso degli autori canonici esistono edizioni storico-critiche che, oltre ad offrire la versione filologicamente più attenta del testo, forniscono spesso note e commenti che si rivelano preziosi per l’analisi da condurre), gli strumenti adottati per affrontarlo, e lo scopo del proprio elaborato.
  • Un capitolo introduttivo, in cui il testo che è oggetto di analisi va contestualizzato all’interno della produzione dell’autore, della cultura del tempo. Questo primo avvicinamento al testo va condotto con l’ausilio di qualche studio critico-storiografico (monografie e/o biografie dedicate all’autore, contributi di storia letteraria, ecc.).
  • Una parte centrale (eventualmente suddivisa in diversi capitoli) dedicata all’analisi e al commento del testo. Qui possono essere di aiuto manuali introduttivi all’analisi dei diversi generi letterari (per qualche indicazione più specifica, vedi oltre). Vanno inoltre consultati, oltre ai commenti presenti nelle eventuali edizioni critiche del testo, alcuni studi specificamente dedicati all’opera in questione (si può trattare di monografie, articoli, sezioni di libri sull’autore, ecc.). È opportuno che lo studente si confronti con questi studi nel corso della propria analisi; è anche possibile dedicare uno specifico capitolo alla discussione delle interpretazioni già esistenti del testo che è oggetto di analisi.
  • Un breve capitolo conclusivo con cui mettere in evidenza, in modo sintetico, i risultati più significativi del proprio lavoro (così come sono emersi anche dal confronto con la letteratura critica consultata sull’argomento).
  • Un riassunto della tesi in lingua tedesca (se il resto è scritto in italiano) o in lingua italiana (se la tesi è in tedesco), pari al 10% circa dell’intero elaborato.
  • Una bibliografia, in cui si elencano  a) Le fonti (l’edizione del testo e di altri testi letterari eventualmente consultati) e b) La letteratura critica (manuali, storie letterarie, monografie, articoli).

 

Eventuali divergenze dallo schema qui proposto sono sempre possibili, talora potranno anche apparire necessarie, in base alla natura del proprio oggetto di indagine. Vanno tuttavia discusse con il proprio relatore.

 

2. Strumenti

Una volta scelto il testo da prendere in esame, va verificata la disponibilità di una o più edizioni nella biblioteca. È quindi opportuno stabilire (soprattutto nel caso di testi classici) a quale edizione fare riferimento. Se presenti, sono da privilegiare le edizioni storico-critiche dei Werke o delle Schriften dell’autore. Si segnala qui inoltre la collana di edizioni critiche di classici della letteratura tedesca del Deutscher Klassiker Verlag, la cui versione informatica è disponibile nella rete di Ateneo al link: http://klassiker.chadwyck.co.uk/deutsch/home/home

Per un primo orientamento sulla figura dell’autore e sulla sua stagione culturale è consigliabile una preliminare ricerca sul catalogo bibliotecario. Andranno consultati, se presenti, testi critici volti a introdurre all’opera dello scrittore. Può inoltre essere utile, in fase preliminare, consultare alcune enciclopedie letterarie (anche per i rimandi a una bibliografia selezionata sull’autore o sull’opera). Al riguardo si segnalano:

- Killy Literaturlexikon (T. REF. E. 21)

- Kindlers Neues Literatur Lexikon (TB III. 3998)

È inoltre opportuno ricorrere alle banche dati bibliografiche, attraverso cui è possibile trovare più ampie indicazioni bibliografiche su un autore o un testo. Si segnala in particolare la Bibliographie der deutschen Sprach- und Literaturwissenschaft, disponibile nella rete dell’Università di Padova.

Per l’analisi del testo, è consigliabile ricorrere ad alcuni manuali introduttivi. Tra quelli presenti nella nostra biblioteca si segnalano,

 

a) Per la poesia lirica

- Alfred Behrmann, Einführung in den neueren deutschen Vers von Luther bis zur Gegenwart: eine Vorlesung, Stuttgart, Metzler, 1989 (TB III. 3099)

- Dieter Burdorf, Einführung in die Gedichtanalyse, Stuttgart, Metzler 1995 (TB I. 1254)

- Horst Joachim Frank, Wie interpretiere ich ein Gedicht? Eine methodische Anleitung, Tubingen, Francke, 1991 (TB I. 1148).

- Dieter Lamping (Hrsg.), Handbuch Lyrik, Stuttgart, Metzler, 2011 (TB

- Wolfgang Kayser, Kleine deutsche Versschule, Bern, Francke, 1965 (TB I. 61)

- Christian Wagenknecht,  Deutsche Metrik: eine historische Einführung, Munchen, Beck, 1981 (TB III. 2083)

 

b) Per la narrativa

- Monika Fludemik, Erzähltheorie: eine Einführung, Darmstadt, WBG, 2008 (TB III. 5728)

- Cordula Kahrmann, Erzähltextanalyse: eine Einführung mit Studien- und Übungstexten, Königstein/Ts., Athenäum, 1986 (TB I. 837)

- Helmut Koopmann (hrsg.), Handbuch des deutschen Romans, Düsseldorf, Bagel, 1983 (TB III. 2799)    

- Hans-Werner Ludwig, Arbeitsbuch Romananalyse, Tübingen, Narr, 1993 (TB III. 4033)

- Matias Martinez (Hrsg.), Handbuch Erzählliteratur: Theorie, Analyse, Geschichte, Stuttgart, Metzler, 2011 (TB III. 6124)

 

c) Per il teatro

- Bernhard Asmuth, Einführung in die Dramenanalyse, Stuttgart, Metzler, 1994 (TB I. 1217)

- Hans-Dieter Gelfert, Wie interpretiert man ein Drama?, Stuttgart, Reclam, 1990 (TS T. B. 2206)

- Walter Hinck, Handbuch des deutschen Dramas, Düsseldorf, Bagel, 1980 (TB III. 2798)

- Peter W. Marx (Hrsg.), Handbuch Drama: Theorie, Analyse, Geschichte, Stuttgart, Metzler, 2012 (TB III. 6090)

 

Per una ricerca bibliografica dedicata all’opera da analizzare, si rinvia agli strumenti della rete di ateneo. Accanto alle bibliografie ‘generaliste’, si rimanda ancora alla Bibliographie der deutschen Sprach- und Literaturwissenschaft.

13. Raccomandazioni specifiche a

Geografia culturale

13.1. Indicazioni generali

Il lavoro di elaborazione della tesi può essere articolato in cinque momenti essenziali:

1. Individuazione di un tema e primo abbozzo di un piano di ricerca concordato con il docente. Il tema deve avere una pertinenza con le lingue studiate attraverso la dimensione spaziale: luoghi, città, oggetti geografici a diverse scale e di varia natura (ad esempio un fiume, un quartiere, un sito turistico, una strada, un distretto produttivo, ecc.), regioni, territori, paesaggi, sistemi ambientali, stati nazionali, pratiche spaziali, rappresentazioni o immaginari geografici, processi migratori, flussi transnazionali, dinamiche locale-globale, ecc. 

2. Preparazione di base. Questa prima fase consiste nell'«entrare» in argomento attraverso la lettura di testi di base riguardanti il tema prescelto (per fare degli esempi: geografia del turismo, studi migratori, food studies, studi sul paesaggio urbano, film geography). In queste fasi (individuazione di un argomento, informazioni sulle aree di studio e sulle metodologie) si consiglia la consultazione dell’International Encyclopedia of Human Geography raggiungibile anche online via proxy di Ateneo all’indirizzo: http://www.sciencedirect.com/science/referenceworks/9780080449104

3. Ricerca. Guidato dal relatore, il laureando comincerà ad affrontare l’argomento specifico prescelto procurandosi i «materiali» utili al suo lavoro, e precisamente: fonti bibliografiche specialistiche; documentazione reperita online prevalentemente su siti istituzionali; fonti iconografiche, cartografiche, testuali di varia natura, audiovisive, multimediali che possono essere oggetto vero e proprio della ricerca o materiale illustrativo complementare; fonti orali (interviste, focus groups, ecc.). Il docente guiderà lo studente nell’adozione della metodologia appropriata.

4. Redazione di uno schema di tesi articolato in capitoli alla luce della ricerca svolta.

5. Compilazione

13.1.2. Redazione della tesi

Oltre alle indicazioni generali presentate nelle pagine 1-7, lo studente che sceglie di sostenere una tesi in Geografia è chiamato a prestare particolare attenzione a:

Corredo iconografico

I materiali illustrativi inseriti nel testo o collocati in Appendice (ad esempio: carte, grafici, tabelle, fotografie, snapshots da siti web, still frames da video musicali) vanno ordinati in numero progressivo dall’inizio alla fine della tesi classificandoli in figure (Fig. 1, Fig. 2) e tabelle (Tab. 1, Tab. 2). Essi devono essere sempre accompagnati da una didascalia esplicativa che deve includere necessariamente il titolo in corsivo (con eventuale nota esplicativa del contenuto presentato) e, tra parentesi, la fonte da cui provengono.

 

Corredo cartografico

Nelle carte e nei cartogrammi, anche se elaborati dal candidato (il quale può avvalersi in questo caso del supporto informatico del Laboratorio di Informatica e GIS della Sezione di Geografia DiSSGeA), oltre alle informazioni di cui sopra (relative alla iconografia più in generale) devono essere sempre indicati scala grafica e orientamento. Carte di grandi dimensioni possono essere riunite in un’Appendice oppure raccolte in un apposito contenitore allegato alla tesi. Tali materiali devono essere sempre funzionali al discorso scritto e richiamati in forma abbreviata all’interno del testo - per esempio (Fig. 1) - laddove si fa riferimento ad essi, e devono essere impaginati nel punto più vicino alla loro prima citazione.

Esempi di didascalie

Fig. 1 – Il Caucaso, area di confini etnici e di penetrazione islamica (da A. VALLEGA, 1994, p.199).

Tab. 1 – La popolazione delle Repubbliche Caucasiche (Fonte: ONU, 1999).

Fig. 2 – Corporación Cooperativa de Mondragón nel mondo (Fonte: www.mondragon.mcc.es/english/mcc/mccmundo.html, data di consultazione)

Fig. 3 – Stralcio della Carta dell’Africa orientale, 1:1.000.000, datata 1864 e allegata a W. MUNZINGER, Ostafrikanische Studien, Basilea, Schwa-be, 1883.

Fig. 4 – Celebrazioni per il venticiquesimo anniversario della caduta del muro di Berlino (Snapshot dal sito web www.visitberlin.de/it, data di consultazione).

Fig. 5 – Stralcio della Carta Topografica d’Italia scala 1:50.000, IGM, 1984, foglio 81 “Rovereto”.

N.B.: In casi come questo, pur essendo indicata la scala numerica, occorre aggiungere anche la scala grafica perché nelle riproduzioni in fotocopia possono essere stati effettuati ingrandimenti o riduzioni dell’originale

Fig. 6 – Migranti marocchini piantano la menta sui terrazzamenti di Valstagna (Still frames dal film Piccola terra, Italia, 2012, col., 54’’, diretto da M. Trentini e M. Romano).

Regole di scrittura

Mezzogiorno, Meridione, Oriente, Occidente, Sud, Nord ecc., si scrivono maiuscoli quando indicano il nome proprio dell’area geografica (es.: i problemi del Mezzogiorno d’Italia; il viaggio in Oriente; il sottosviluppo del Sud del Mondo).

- Terra: quando è nome proprio di pianeta si scrive maiuscolo.

Nazione, Stato, Paese, Repubblica, Regno ecc.: si possono scrivere minuscoli o maiuscoli (seguendo sempre un criterio di uniformità). Sono invece certamente maiuscoli quando costituiscono parte del nome di un’entità politica, di un’organizzazione ecc. (es.: le Nazioni Unite, i Paesi non allineati).

-  I secoli si possono scrivere con il numero romano aumentato di uno e con la parola maiuscola (es.: il sec. XX = il Novecento); i decenni si scrivono con la maiuscola o preceduti da apostrofo (es.: anni Novanta = anni ’90).

Regione: si scrive con la maiuscola solo quando si riferisce al nome dell’organismo amministrativo (es.: la Regione Emilia Romagna ha sede a Bologna).

Geografia si scrive con la maiuscola solo quando la parola costituisce nome proprio di un istituto, di una società, di un corso universitario ecc. (es.: la Società di Geografia ha sede a Roma).

-  I sostantivi geografici (mare, monte, fiume, passo, valle, oceano, isola, penisola ecc.) vanno in genere in minuscolo salvo i casi in cui siano parte del nome proprio geografico (es.: Pianura Padana, Mont Saint Michel, Alpi Orobie, ecc.).