3. Organizzazione della tesi

Una tesi si compone delle seguenti parti:

  1. Frontespizio
  2. Indice
  3. Introduzione
  4. Testo (suddiviso in capitoli numerati)
  5. Conclusioni
  6. Eventuali appendici (grafici, tabelle, illustrazioni, etc.)
  7. Bibliografia
  8. Riassunto

 

3.1 Frontespizio

È la prima pagina a destra del testo dopo la copertina, della quale di solito riproduce i contenuti. Riporta tutte le informazioni relative alla tesi. Il sigillo dell’Università di Padova deve essere inalterato e chiaramente leggibile.

Modelli di frontespizio in formato word sono disponibili per ciascun corso di laurea nella pagina iniziale del corso in Moodle.

 

3.2 Indice

Collocazione. Va messo all’inizio della tesi.

Tipografia: vedi spiegazione in FrancoAngeli, punto 5 pagina 5

Va scritto in una tabella di tre colonne e tante righe quanti titoli da inserire.

  • La 1 colonna accoglie il numero e il titolo del capitolo o della parte.
  • La 2 colonna, più stretta, resta vuota: distanzia il titolo dal numero di pagina.
  • La 3 colonna accoglierà il numero delle pagine, che sarà facile in questo modo tenere allineato.

Il tutto con interlinea 1: l'indice deve essere raccolto, sinottico, stare possibilmente in una pagina.

La tabella va poi resa invisibile, ovvero i bordi vanno impostati in colore bianco.

Strutturazione: L'indice riporta fedelmente i titoli dei capitoli, con numera­zione progressiva con cifre arabe (1, 2, 3...), i titoli degli eventuali sottocapitoli, e il numero di pagina dell’inizio di ciascuno.

Non ci devono mai essere titoli singoli in una determinata sezione:

  • NO                               SI                 

    Capitolo 1

    Punto 1     

    Capitolo 2

    ...

    Capitolo 1

    Punto 1

    Punto 2

    Capitolo 2

    ...

Eventuali parti preliminari (ringraziamenti, avvertenze, etc.), vengono numerate con cifre romane (i, ii, iii...).

 

3.3. Introduzione

Presenta in forma sintetica l'obiettivo della tesi.

  • il corpus sul quale s'intende lavorare (opera letteraria, corpus linguistico, altro materiale raccolto ecc.);
  • la disciplina scelta per l'analisi;
  • le teorie consultate e gli strumenti selezionati per l'analisi;
  • l'ipotesi di lavoro proposta (ovvero la "tesi" nel senso tecnico del termine);
  • il metodo o processo seguito nella trattazione;
  • le tappe della dimostrazione, ovvero il contenuto dei capitoli che compongono il corpo del lavoro.

L'ipotesi annunciata in introduzione troverà le sue risposte nel corpo del lavoro, e la loro sintesi nella conclusione.

Di norma, l'introduzione ha dimensioni contenute pari a circa un decimo del totale del testo: ovvero 3-4 pagine per un lavoro di 40-50 pagine, 10-12 pagine per un lavoro di 100-120 pagine.

 

3.4 Testo

Contiene la tesi vera e propria ed è suddiviso in capitoli, fra di loro assimilabili per lunghezza e importanza descrittiva, dove vengono presentate le varie fasi dell’argomen­tazione. La numerazione delle pagine è successiva (NON ricomincia ad ogni capitolo; vedi 4-8). Nel caso di edizioni critiche si può rendere necessaria una particolare suddivisione del testo (sentite il relatore).

 

3.5 Conclusione

Tramite un riepilogo dell’assunto iniziale e delle questioni emerse durante la tratta­zione, la conclusione illustra sinteticamente i risultati a cui siete pervenuti. Non supera di norma le 3-4 (per la tesi triennale), le 4-6 pagine (per la tesi magistrale).

La conclusione non ripercorre nuovamente le tappe seguite, perché il lettore ne ha letto il programma nell’introduzione e seguito lo sviluppo nella dimostrazione: le ha ormai assimilate ed è inutile ripeterle. Sintetizza invece in sostanza l'esito della rifles­sione, sottolineando l’apporto originale della tesi rispetto allo stato dell’arte.

 

 3.6 Bibliografia

Al termine della tesi va posta la bibliografia delle opere utilizzate. Essa comprende tutte le fonti che avete usato durante la ricerca, anche quelle non citate. Mettete insieme libri e articoli. Non è corretto aggiungere opere non lette e non usate effettivamente nel lavoro di riflessione, con il solo motivo che tratterebbero dello stesso argomento.

La bibliografia scientifica deve comprendere una maggioranaza di referenze cartacee di tenore scientifico (non fonti internet).

Le referenze vanno ordinate alfabeticamente per cognome di autore in ciascuna delle sue sezioni.

 

La bibliografia va preferibilmente distinta in:

1) FONTI PRIMARIE e

2) TESTI CRITICI.

Ulteriori suddivisioni della bibliografia, a seconda dei tipi di supporto delle fonti, possono rendersi necessarie a parere del relatore.

Per le voci bibliografiche si usano le stesse convenzioni delle note (vedi pagina della specifica disciplina scelta), ordinandole però per COGNOME dell’autore. All’interno di uno stesso autore, le opere vanno elencate in ordine cronologico.