lunedì, 6 maggio 2024, 12:23
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Corso: ISTITUZIONI DI LINGUISTICA (Iniziali cognome A-C) 2021-2022 (2021-SU2294-000ZZ-2021-LE11104085-A901)
Glossario: Glossario di termini tecnici
A

accento

L’accento è il rafforzamento o elevazione del tono di voce con cui si dà a una sillaba maggior rilievo rispetto ad altre della stessa parola (accento di parola), della stessa frase (accento di frase o sintattico) o dello stesso verso (accento ritmico).

Riguardo alla posizione nella parola, si distingue in vari tipi: accento fisso, ci sono lingue in cui la posizione dell’accento è collocata a priori su una certa sillaba in tutte le parole; accento assolutamente libero, dove la posizione dell’accento non è determinabile a priori in base a un principio generale del sistema, ma è stabilita dalla tradizione linguistica in modo diverso da parola a parola; accento relativamente libero, quello che, pur non essendo determinabile a priori, può manifestarsi soltanto in un ambito sillabico determinabile a priori; accento condizionato, quando la posizione è legata alle caratteristiche fonologiche del vocabolo.

Nelle lingue in cui l’accento è fisso, la sua funzione distintiva è molto ridotta o nulla.

Rispetto all’intensità, l’accento può essere forte o debole. Parole plurisillabe o composte possono avere accanto all’accento principale uno o più accenti secondari.

L’accento tonico (o d’intensità) ha in italiano una funzione distintiva essenziale. Esso può cadere sull’ultima sillaba (parole tronche: arrivò, caffè), sulla penultima (parole piane: lìbro, versaménto), sulla terzultima (parole sdrucciole: sìmile, barìtono), più raramente, in forme della coniugazione verbale, su sillabe antecedenti (fàbbricano, lìberatene).

http://www.treccani.it/enciclopedia/accento/


acquisizione

Processo di apprendimento che porta un neonato/bambino a comprendere e riprodurre intenzionalmente la lingua di appartenenza alla quale è esposto e ad interagire parlando con gli altri individui.


affisso

Elemento che si aggiunge a una parola per formarne un'altra, si distingue in prefissi, infissi e suffissi.


aggettivo

Elemento grammaticale che si premette al sostantivo o a parti del discorso sostantivate, per identificarle come individuate (articolo determinativo o definito) o come non individuate (articolo indeterminativo o indefinito). Articolo partitivo è invece detta la preposizione articolata formata da di + il, lo, la, ecc. (cioè del, dello, della, ecc.), usata in funzione partitiva.

( → sostantivo, → preposizione )

http://www.treccani.it/vocabolario/articolo


allofonia

Un allofono o variante combinatoria di un fonema è una realizzazione fonetica che in una determinata lingua non ha carattere distintivo, ma si trova a essere in distribuzione complementare con gli altri allofoni dello stesso fonema.

Ex: In italiano il fonema /n/, possiede quattro allofoni. Le parole naso, Gianpaolo, conca e anfibio, in ognuna di esse /n/ è realizzato utilizzando foni diversi. Il primo è [n] (nasale dentale), mentre gli altri sono realizzati rispettivamente [m] (nasale bilabiale, esistente anche come fonema e scritto "m"), [ŋ] (nasale velare), [ɱ] (nasale labiodentale). Di questi foni, solo uno, [m], è anche, in altri contesti, fonema: gli altri risultano esclusivamente dal cambiamento del punto di articolazione del fonema, influenzato dai fonemi adiacenti.


allomorfia

Diverse realizzazioni fonetiche della stessa realtà astratta, poste in distribuzione complementare (al comparire dell'uno non può comparire l'altro).

antonimia

Rapporto di opposizione semantica tra due parole o espressioni, comunemente detto “contrario”.


articolo

Elemento grammaticale che si premette al sostantivo o a parti del discorso sostantivate, per identificarle come individuate (articolo determinativo o definito) o come non individuate (articolo indeterminativo o indefinito). Articolo partitivo è invece detta la preposizione articolata formata da di + il, lo, la, ecc. (cioè del, dello, della, ecc.), usata in funzione partitiva.

( → sostantivo, → preposizione )

http://www.treccani.it/vocabolario/articolo


aspetto

L’aspetto è una categoria del verbo che esprime la “temporalità interna” dell’evento descritto dal verbo. Consiste nello specificare quanta porzione di tempo viene coinvolta dall’evento, e come questo viene ‘visualizzato’. Confrontando le lingue del mondo, si è osservato che esistono due tipi fondamentali di aspetto: quello imperfettivo, e quello perfettivo. L’aspetto imperfettivo mostra l’evento focalizzando la sua articolazione interna, cioè esso viene immaginato concentrandosi sulla sua durata, sui suoi intervalli, sul suo ripetersi, sulla sua progressione. Invece, l’aspetto perfettivo mostra l’evento senza che queste caratteristiche vengano considerate: l’evento è immaginato come un blocco unico, completo, come fosse un punto privo di spazi al suo interno. Ad esempio, nella frase La pioggia cadeva senza sosta dalle sette di questa mattina il verbo cadere porta un’informazione di aspetto imperfettivo perché l’evento è visto nel suo svolgersi occupando una ‘fetta’ di tempo. Invece, in una frase come La pioggia è caduta senza preavviso alle sette del mattino la caduta della pioggia viene vista come un evento senza una dimensione interna, interessa solamente che esso è avvenuto, e parliamo quindi di aspetto perfettivo.

http://www.treccani.it/enciclopedia/aspetto_(Enciclopedia-dell%27Italiano)/


avverbio

Parte invariabile del discorso che può determinare sia il verbo che l’aggettivo o un altro avverbio.

In italiano, come in altre lingue, a seconda della funzione che compiono, gli avverbi si distinguono in diverse categorie.

Come gli aggettivi qualificativi, la maggior parte degli avverbi ha il grado comparativo e il superlativo, mentre solo pochi hanno forme alterate

( → aggettivo, → verbo )

http://www.treccani.it/vocabolario/avverbio/