subordinazioneLa relazione che si stabilisce tra due proposizioni collocate nel periodo su piani diversi, in modo che l’una (subordinata) risulti dipendente logicamente e grammaticalmente dall’altra, che viene detta perciò principale, o reggente. Il rapporto di dipendenza si può istituire con procedimenti sintattici differenti: la subordinata può essere introdotta da congiunzioni subordinative, oppure da pronomi o avverbi relativi; inoltre i modi e i tempi del verbo della dipendente sono regolati in funzione di quelli della reggente, secondo leggi diverse nelle diverse lingue. http://www.treccani.it/enciclopedia/subordinazione |
suffissoElemento affisso alla fine di un tema o di una radice per
formare una parola. Esso può anche aggiungersi a una parola già compiuta,
formando, per derivazione, una parola suffissata. |
suppletivismoFenomeno morfologico per il quale in uno stesso paradigma flessivo entrano a far parte due (o più) morfemi lessicali diversi. Il risultato è un paradigma che contiene morfemi lessicali differenti dal punto di vista formale ma dal significato perfettamente compatibile: io vado → noi andiamo. |
tempoCategoria della flessione verbale che indica il momento (presente, passato o futuro) in cui si colloca l’azione indicata da un verbo. Questa nozione, che assieme a quella di aspetto verbale contribuisce a determinare la nozione più ampia di processo espressa da un verbo, assume rilievo grammaticale nella maggior parte delle lingue, e viene espressa mediante un sistema di forme che costituiscono i tempi verbali. Gli eventi sono collocati nella dimensione tempo in due modi: uno consiste nell’indicare se essi sono contemporanei, posteriori o anteriori a dei punti di riferimento, come per esempio il momento in cui avviene l’enunciato: si tratta del Tempo vero e proprio, che è un’operazionedeittica simile a quella che svolgiamo quando usiamo i dimostrativi come questo/quello etc. L’altro è appunto l’aspetto. ( → flessione, → verbo, → aspetto) http://www.treccani.it/enciclopedia/tempo |
testa del sintagmaLa parola fondamentale di un sintagma, senza la quale questo non sussisterebbe. In base alla categoria grammaticale della testa, si definisce il tipo di sintagma. |
topic/remaParte di un enunciato o di una serie di enunciati che aggiunge informazioni a ciò che è dato come già note. |
tratto semanticoUnità minima di senso in cui un lessema è scomponibile, detta anche sema o componente semantico. |
trittongoTre suoni vocalici in una sola sillaba, per cui naturalmente due di essi diventano semivocali: per es. in miei. |
valenzaNumero di elementi necessari a completare il significato del verbo. Questi elementi indispensabili (in genere, il soggetto, l'oggetto diretto e indiretto) sono detti "argomenti". Numero di argomenti che. insieme al verbo, formano la frase nucleare. |
varianti combinatorieDiverse realizzazioni che il fonema stesso assume in contesti fonetici differenti. Le varianti combinatorie sono quindi in distribuzione complementare. ( → allofonia ) |