Gentili dottoresse,
Gentili dottori,
come forse alcuni di voi sono stati resi edotti dalle rappresentanti di Corso di laurea, nell’ultimo consiglio è emerso il problema dell’etichetta accademica. Una piccola ma purtroppo crescente minoranza di studenti e studentesse si rivolge ai docenti attraverso modi di comunicazione inaccettabili per l’ambiente professionale entro il quale lavoriamo.
Gli esempi sono vari e si ripetono sempre più spesso. Pertanto mi vedo costretto a segnalare che comunicazioni formalmente inappropriate saranno cestinate.
Segue una breve guida che avrei piacere fosse utilizzata:
- Ogni e-mail deve aprire con una formula quale “Gentile professore/professoressa” seguito dal cognome del/la docente.
- Il titolo della e-mail e il testo devono essere chiari e concisi
- Quando si fa riferimento ad altri docenti, si usa il titolo seguito da cognome. Non “la Cremonesi” ma la “professoressa Cremonesi”; non Zambon ma il “professor Zambon”; ecc.
- È ovviamente da evitarsi un tono da messaggeria. Tanto per fare un esempio, qualcuno è riuscito recentemente a mandarmi una e-mail con scritto “no problem” (sic!).
- Il messaggio termina con “Cordiali saluti”, e non “saluti” o “salve” , seguito da nome e cognome. Non si firma né con il nome di battesimo né tantomeno con le iniziali.
- Ricordo inoltre che esiste un tempo fisiologico di risposta che deve tenere conto dei molteplici impegni dei docenti. È assolutamente sgarbato inviare la stessa email perché non si ottiene risposta nei tempi sperati. Ogni docente risponderà, nei limiti, entro 5 giorni lavorativi. Naturalmente scrivere e prendere risposte durante il fine settimana o le festività è fuori discussione.
Auspico che il clima di collaborazione che vige tra docenti e corpus studentesco si possa riflettere anche nel rispetto di un protocollo di comunicazione appropriato.
Cordiali saluti
Fabrizio Ferrari