Chiara Patronella

In una società in evoluzione e sempre più bisognosa di attenzione e cura, la figura dell’educatore e dell’operatore sociale riveste un ruolo di importanza rilevante, nonché, come in tutte le relazioni di aiuto, una predisposizione al rischio di burnout (Cosentino, R., Demita, S., Lenzi, M., Gaboardi, M., Vieno, A., & Santinello, M., 2020). L’ambiguità dei ruoli (Caplan, Jones, 1975), le difficoltà di comunicazione e i diversi linguaggi cui riferirsi nella relazione con i diversi utenti delle diverse aree, gli orari, i vincoli di tempo e le scadenze, risorse limitate o inadeguate, crisi ed emergenze, retribuzioni basse e preoccupazioni per la sicurezza (Whitaker, Weismiller, & Clark, 2006), influiscono sulle prestazioni professionali e sulla salute mentale di chi opera in ambito sociale. 

Diversi studi hanno evidenziato come l’arte possa, attraverso interventi non verbali, aiutare le persone ad accedere, esplorare e condividere emozioni autentiche, confrontarsi, riflettere e affrontare meglio le esperienze traumatiche catalizzando al contempo reti di supporto sociale e approfondendo i legami relazionali sul posto di lavoro (Reed, K., Cochran, K. L., Edelblute, A., Manzanares, D., Sinn, H., Henry, M., & Moss, M. 2020).  

Nuovi orientamenti pedagogici, come la Community Music, descrivono le intenzioni che sottendono al lavoro di chi li mette in pratica: persone, luoghi, partecipazione, inclusione e diversità (Higgins, 2012), ed è in questo insieme, in questa rete, che ha luogo il lavoro sociale. 

Attraverso training musicali mirati aperti ad educatori e operatori sociali, ci si pone l’obiettivo di fornire ai caregivers degli spazi di condivisione e confronto in cui co-costruire progettualità ad hoc, in cui accedere a nuovi strumenti e nuove abilità comunicative spendibili nei contesti socio-educativi, al fine di migliorare il loro senso di efficacia, di benessere e diminuire lo stress percepito e, al contempo, fornire nuove occasioni di aggancio ed espressione del sé ai propri utenti. 

La prima fase della ricerca riguarda, attraverso la somministrazione di un questionario a risposta aperta, un'analisi dei bisogni di educatori e operatori sociali, indagando principalmente gli aspetti emotivi e comunicativi della relazione di cura; dopo un’analisi dei contenuti, è prevista la preparazione di un training, ed un questionario strutturato pre e post attività.

In an evolving society that is increasingly in need of attention and care, the figure of the educator and social worker plays a role of significant importance and, as in all helping relationships, a predisposition to the risk of burnout (Cosentino, R., Demita, S., Lenzi, M., Gaboardi, M., Vieno, A., & Santinello, M., 2020). Role ambiguity (Caplan, Jones, 1975), communication difficulties and different languages to refer to when dealing with different users in different areas, timetables, time constraints and deadlines, limited or inadequate resources, crises and emergencies, low pay and safety concerns (Whitaker, Weismiller, & Clark, 2006), affect the professional performance and mental health of social workers. 

Several studies have highlighted how art can, through non-verbal interventions, help people to access, explore, and share authentic emotions, confront, reflect, and cope better with traumatic experiences while catalysing social support networks and deepening relational bonds in the workplace (Reed, K., Cochran, K. L., Edelblute, A., Manzanares, D., Sinn, H., Henry, M., & Moss, M. 2020).