sofia boz

In un presente caratterizzato da incertezze e trasformazioni (Unione Europea, 2008), l’educazione non può limitarsi a un modello trasmissivo e statico ispirato a un'educazione depositaria (Freire, 1970) che riduce il processo educativo a un semplice scambio di domande prevedibili e risposte preconfezionate. Solo allontanandosi da modelli tradizionalisti e gerarchici si possono creare opportunità di collaborazione tra insegnanti e studenti, mirando alla crescita intellettuale e spirituale degli studenti e gettando le basi per un apprendimento profondo e partecipativo (hooks, 1994). La ricerca, finanziata dai fondi PNRR, è nata dalla collaborazione tra l'Università di Padova e la Federazione Nazionale Il Jazz Italiano (IJI) e si inserisce nel dibattito pedagogico per rivisitare la teorizzazione della pedagojazz (Santi, 2010; Santi & Zorzi, 2016) alla luce dell’approccio sociale degli Studi Critici sull’Improvvisazione (Fischlin et al., 2013; Lewis & Piekut, 2016; Heble & Laver, 2016) e dalle esperienze concrete di jazzisti. Il lavoro intende rispondere alle seguenti domande di ricerca: quali sono gli elementi distintivi di un approccio jazz in pedagogia e come questo può contribuire alla costruzione di un curriculum framework? L'obiettivo principale è evidenziare il potenziale trasformativo del jazz per la creazione di un framework curriculum inclusivo, polifonico ed esplorativo, inteso come un punto di vista pedagogico per attuare un mutamento paradigmatico (Baldacci, 2006). Questo approccio consente di passare dall'implementazione del curriculum alla sua improvvisazione, superando la concezione di insegnanti come semplici esecutori, e adottando una visione più attenta alle esigenze e agli imprevisti (Aoki et al., 2004; Pinar, 2019). Un framework curricolare jazz si propone, quindi, di destrutturare la concezione tradizionale, rispettando le direttive ministeriali sugli obiettivi di apprendimento (DM 254_2012) e l’adattamento delle metodologie alle specificità degli studenti e delle classi. Adottando un approccio qualitativo (Denzin & Lincoln, 2005; Bogdan & Biklen, 2007) e un framework socio-costruttivista (Lincoln & Guba, 1985), la ricerca utilizza la Grounded Theory (Strauss & Corbin, 1998) attraverso lo strumento delle interviste semi-strutturate, coinvolgendo musicisti improvvisatori e musicisti jazz italiani e internazionali (N=38). Le implicazioni principali della ricerca sono l'ampliamento delle prospettive teoriche sulla costruzione del curriculum, utili per la formazione degli insegnanti, e lo sviluppo di metodi pratici per applicare queste teorie interdisciplinari nelle scuole trasformandole in pratiche educative efficaci.