Scrivere “contro”: le autrici e il patriarcato critico-letterario | Evento CED 27 Marzo

Scrivere “contro”: le autrici e il patriarcato critico-letterario | Evento CED 27 Marzo

di Settore Didattica DiSLL -
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A nome del dott. Roberto Binetti - roberto.binetti@unipd.it
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📌Prof. Johnny Bertolio (Università di Torino)

Scrivere “contro”: le autrici e il patriarcato critico-letterario

𝐼𝑛𝑡𝑟𝑜𝑑𝑢𝑐𝑒: Roberto Binetti

Evento organizzato dalla 𝑪𝒐𝒎𝒎𝒊𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒆𝒒𝒖𝒊𝒕𝒂̀ 𝒆 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒊𝒕𝒂̀ (CED) del DiSLL in collaborazione con il Seminario di Italianistica

📅Giovedì 27 marzo, ore 17.30 - AULA 11 Complesso Beato Pellegrino


“Scarsa potenza teoretica e contemplatrice”, “femminile nervoso, impressionabile, malinconico”, “mala copia della letteratura maschile” sono solo alcune (e tra le meno offensive) espressioni con cui dalla fine dell’Ottocento la storia e la critica della letteratura italiana predominanti hanno bollato le opere delle autrici. Il canone scolastico in costruzione nel sistema educativo del giovane Regno d’Italia, infatti, preferì privilegiare gli scritti (letterari e non) di autori politicamente impegnati, anticlericali e linguisticamente toscani. Quei criteri extraletterari che oggi si rinfacciano a chi sostiene la necessità di una maggiore pluralità rappresentativa furono utilizzati dai “padri della patria” per proporre e consolidare, come se fosse “naturale”, un canone nazionale. Nell’età dell’imperialismo e del colonialismo, le glorie d’Italia furono, letteralmente, collocate sui piedistalli e poste in cattedra per la loro pretesa, intoccabile e universale bellezza. Opere, autori e soprattutto autrici che non si adattavano all’algoritmo del sistema vennero rimosse, travisate, ricondotte a quelle categorie psichiatriche che si stavano frattanto affermando nella medicina. Che si può fare oggi a scuola? Moltissimo, soprattutto nella didattica, visto che, secondo la Costituzione, “libero ne è l’insegnamento”.