L’accento è il rafforzamento o elevazione del tono di voce
con cui si dà a una sillaba maggior rilievo rispetto ad altre della stessa
parola (accento di parola), della stessa frase (accento di
frase o sintattico) o dello stesso verso (accento ritmico).
Riguardo alla posizione nella parola, si distingue in vari
tipi: accento fisso, ci sono lingue in cui la posizione
dell’accento è collocata a priori su una certa sillaba in tutte le
parole; accento assolutamente libero, dove la posizione
dell’accento non è determinabile a priori in base a un principio generale del
sistema, ma è stabilita dalla tradizione linguistica in modo diverso da parola
a parola; accento relativamente libero, quello che, pur non
essendo determinabile a priori, può manifestarsi soltanto in un ambito
sillabico determinabile a priori; accento condizionato, quando la
posizione è legata alle caratteristiche fonologiche del vocabolo.
Nelle lingue in cui l’accento è fisso, la sua funzione
distintiva è molto ridotta o nulla.
Rispetto all’intensità, l’accento può
essere forte o debole. Parole plurisillabe o composte possono
avere accanto all’accento principale uno o più accenti secondari.
L’accento tonico (o d’intensità) ha in italiano una
funzione distintiva essenziale. Esso può cadere sull’ultima sillaba (parole
tronche: arrivò, caffè), sulla penultima (parole
piane: lìbro, versaménto), sulla terzultima (parole
sdrucciole: sìmile, barìtono), più raramente, in forme della
coniugazione verbale, su sillabe antecedenti (fàbbricano, lìberatene).