Il rapporto degli insediamenti della pianura veneta con i corsi d’acqua è stato storicamente stretto e funzionale a trasporti, viabilità, produzione di energia molitoria, fornitura di risorse idriche e alimentari, sicurezza idraulica del territorio. Durante il Novecento la messa a punto di altre fonti di energia motrice e il prevalere della mobilità ferroviaria e stradale hanno allontanato le comunità dai fiumi, banalizzando e marginalizzando le acque nella vita delle città. Camminare in questo paesaggio ci rende consapevoli dell’importanza cruciale della pianificazione, capace di rifunzionalizzare l’antico sistema delle acque investendolo di valori nuovi, preziosi per le città di oggi. Questo è avvenuto nell’area che abbiamo attraversato: corridoio ricreativo grazie alla sistemazione e illuminazione degli argini (esperienze di aggregazione, passeggiate, sport, percorsi ciclabili inseriti in più ampi itinerari cicloturistici), fattore di mitigazione climatica attraverso il corredo vegetazionale, occasione di tutela e di recupero delle preesistenze premoderne, dalle opere idrauliche dal passato agli antichi nuclei abitativi in prossimità delle rive, scenario ambientale esteticamente appagante.