Come si informano i giornalisti di domani
Un'autoinchiesta degli studenti di Linguaggio giornalistico dell'Università di Padova
New Haven, Connecticut, marzo 1909. Fotografia di Lewis Hine, National Archives and Records Administration
Ai tempi del sapere digitalizzato e delle notizie fluide che viaggiano alla velocità dei “tweet”, nasce l’esigenza di una informazione rapida, completa e affidabile.
Da un lato la rapidità degli strumenti cosiddetti "social" rende la notizia immediata, disponibile e alla portata di tutti, dall’altro l’allargamento del bacino delle voci permette una proliferazione delle fonti che divengono contraddittorie e, spesso, inaffidabili.
La svolta multimediale dell’informazione è oggetto di discussioni intorno al futuro dell’impresa giornalistica che, se guarda al digitale come alla terra promessa per sfuggire al declino delle copie cartacee, vede comunque la carta stampata rappresentare ancora un terzo delle entrate, in un continuo gioco di equilibri tra dimensioni informative in contrapposizione per dinamiche e linguaggi.
Nasce quindi l’esigenza di capire come i futuri giornalisti guardano all’informazione muovendosi tra linguaggi differenti e integrati e fonti di notizie legate sia all’innovazione che alle fonti definite ormai come tradizionali.
Gli studenti che frequentano il corso di "Linguaggio giornalistico" dell’Università di Padova (laurea in Comunicazione) hanno dato la loro visione in una sorta di “autointervista”, un lavoro in coppie in cui a turno si sono chiesti con quali mezzi vengono a contatto, quotidianamente, con la realtà giornalistica.
Le interviste mettono in luce come vi sia alternanza tra "nuovi" e "vecchi" media con un leggero sbilanciamento sui primi, e come vengano seguite versioni cartacee e on-line di giornali, telegiornali, radiogiornali, libri di impronta giornalistica, dando una visione interessante sull'approccio degli studenti, da fruitori, a un mondo che contribuiranno presto a formare.
Antonio Ciccarelli
(Dicembre 2015)