La Pratica deliberata

Secondo Anders Ericsson i principi della Deliberate Practice possono essere applicati a tutti i contesti e a tutte le discipline, e portano ad elaborare i metodi più efficaci per apprendere e perfezionarsi in ogni ambito.

 

Citiamo una delle sue ricerche: uno studio condotto con i violinisti allievi della Orchestra Filarmonica di Berlino, in cui ha rilevato che ciò che distingue i buoni violinisti (coloro che diventano insegnanti, talvolta nella medesima istituzione) i buonissimi violinisti (coloro che suonano in orchestre molto prestigiose) e i violinisti eccellenti (solisti che assurgono a fama mondiale) è il tempo che dedicano allo studio del violino.

 

È stato individuato in 10 anni, in cui si studi e ci si eserciti per almeno 10.000 ore con questo tipo di pratica deliberata, il tempo minimo per giungere ad una padronanza soddisfacente di una disciplina. Oltre questo limite, e mantenendo un impegno costante, si eccelle, e si sviluppa il talento.

 

 

Soltanto nelle discipline sportive e nella musica vale il principio Expert coaching from proven performers – La deliberate practice sviluppa abilità che altri già possiedono e per le quali esistono tecniche di insegnamento consolidate. Il training deve essere programmato e seguito da un insegnante o allenatore che conosce le abilità degli esperti e con il quale queste abilità possono essere sviluppate al meglio.

Nella maggior parte delle professioni (per esempio insegnanti, manager, medici, psicologi, ecc.), questo tipo di training non esiste, così come non esistono criteri oggettivi condivisi per misurare l’eccellenza in queste professioni.

 

Questi i principi della pratica deliberata:


Specific performance target: se il nostro obiettivo è generico, come “migliorare”, stiamo soltanto perdendo del tempo prezioso. La Deliberate practice riguarda obiettivi specifici e definiti con precisione, e spesso riguarda il perfezionamento di una parte dello specifico obiettivo; non si riferisce ad un miglioramento generale e indefinito.

Periods of intense undistracted focus La deliberate practice è “deliberata”, cioè richiede la completa attenzione e azione consapevole della persona. Difficilmente miglioriamo se non dedichiamo la massima concentrazione al compito che affrontiamo. Eseguire un compito seguendo le indicazioni di un insegnante, senza dedicarvi la massima attenzione, non è sufficiente per arrivare a padroneggiare l’obiettivo.

Immediate feedback - Senza un riscontro su ciò che abbiamo fatto – da parte di un osservatore esterno oppure di noi stessi – non possiamo capire cosa dobbiamo migliorare, né quanto ci stiamo avvicinando all’obiettivo. È importante che il feedback sia il più tempestivo possibile.

Cycling between comfort and discomfort. La deliberate practice avviene al di fuori della zona di comfort e richiede che la persona si misuri con obiettivi che vanno oltre le proprie attuali capacità. Questo implica uno sforzo elevatissimo, e che normalmente non è affatto piacevole.

 

 

Per migliorare, in qualunque ambito professionale, si deve scomporre l’abilità che si vuole acquisire nei diversi elementi di cui si articola. Si deve analizzarli uno ad uno, e concentrarsi su ciascuno fino a che, da incapacità consapevole, non diventa una abilità inconsapevole, che risulta perfettamente naturale.


Scomporre i diversi elementi e poi ricomporli ci consente di attivare rappresentazioni mentali efficaci. Le nostre abilità e prestazioni migliorano di pari passo con la capacità di rappresentarcele mentalmente; man mano che miglioriamo le nostre abilità e prestazioni, ce le rappresentiamo mentalmente in modo più dettagliato ed efficace, e poniamo le basi per il miglioramento continuo.

 

Ericcson

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