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DA

Benessere

di DONATELLA ASTOLFI - martedì, 11 ottobre 2022, 07:52
 

Gli argini dei canali artificiali e dei fiumi di Padova fanno parte di un frequentatissimo percorso ciclopedonale: la Ciclabile Anello Fluviale di Padova. Questo percorso copre circa 47 km totalmente pianeggianti percorribili sia a piedi sia in bicicletta.

Moltissime persone frequentano l'argine per spostarsi, in maniera più ecologica, da un punto all'altro della città; ma anche per svolgere attività fisica all'aperto.

Il cammino è molto piacevole perchè gli argini sono ben curati; durante i percorsi si incontrano vari parchi cittadini che possono fungere da zone di ristoro e in alcuni tratti sono presenti attrezzature sportive per svolgere attività fisica all'aperto.

Il raggiungimento del più alto livello di salute definita come "uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale" rappresenta l'obiettivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità-OMS.

La realizzazione di questo anello ciclopedonale può essere considerato, quindi, un modo per migliorare la salute delle persone?



SS

Botte idraulica

di SILVIA SCHIAVON - domenica, 9 ottobre 2022, 19:36
 

La botte idraulica o botte a sifone è un sistema che permette ad un corso d'acqua di passare sotto ad un ostacolo, spesso costituito da un altro corso d'acqua, sfruttando il principio dei vasi comunicanti. Durante l'escursione del 6 ottobre abbiamo osservato l'applicazione di questo sistema nel punto in cui il fiume Roncajette (tratto del Bacchiglione uscente dalla città di Padova), attraverso una botte a sifone, viene fatto passare sotto al canale di San Gregorio, senza che le acque dei due corsi si incontrino.

Immagine satellitare della botte idraulica del sistema fluviale Roncajette-San Gregorio.
Immagine satellitare da Google Maps.


C

DA

Collegamenti

di DONATELLA ASTOLFI - lunedì, 10 ottobre 2022, 20:50
 

I canali costruiti artificialmente dall'uomo, questa zona, hanno portato alla divisione netta di alcune parti del territorio. Allo scopo di ovviare a questo è stato costruito il primo ponte che abbiamo incontrato nel nostro cammino: un grande ponte di ferro a due corsie. In origine, questo ponte consentiva il passaggio sia stradale che ferroviario locale collegando Padova a Venezia, ora è destinato solo a quello stradale.

Continuando il percorso ho notato altri due ponti che hanno catturato la mia attenzione.

Il primo è il la passerella ciclopedonale che collega il parco Fenice con il parco Roncajette inaugurato il 15 ottobre 2021. La Fondazione Fenice vede nella passerella "la testimonianza del lavoro svolto con l'amministrazione comunale per la riqualificazione della città contribuendo al raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile



Il secondo è il ponte ciclopedonale San Gregorio intitolato a Rosa Parks inaugurato il 4 febbraio 2020. La delibera della giunta definisce questo ponte come "parte integrante di un complesso di verde pubblico destinato ad essere frequentato dalla generalità delle persone come luogo di riqualificazione urbana".


GM

Colore

di GLORIA MATTESCO - giovedì, 13 ottobre 2022, 11:37
 

Ciò che ha catturato maggiormente la mia attenzione durante questa escursione è stato il contrasto cromatico tra i vari elementi presenti nel paesaggio. Inizialmente, percorrendo il primo tratto del sentiero, si poteva notare il verde acceso dell'erba attorno a noi e il colore dell'acqua del fiume ricca di riflessi. Successivamente, verso la terza tappa, i colori iniziavano a cambiare: il verde acceso dell'erba entrava in contrasto con il verde più spento della chioma di alcuni alberi. Parallelamente, nella sponda dell'argine opposta, non si poteva fare a meno di notare dei fiori giallo acceso che cromaticamente, risultavano quasi essere in primo piano. Proseguendo la passeggiata, ci siamo imbattuti in una torre di ricezione radio, grigio metallizzato che entrava in contrasto con il grigio/bianco della chiesetta di paese incontrata più avanti. Qui, due colori a confronto ma anche due realtà: il grigio della torre creata in circa quindici giorni nella società moderna in cui viviamo e il grigio della chiesetta sorta in memoria delle vittime. Ciò in cui ho riflettuto è se,  armonizzando cromaticamente il paesaggio, si potesse dargli un aspetto diverso. Il colore infatti, ha la capacità di mettere in risalto o di spegnere qualsiasi elemento o dettaglio, partendo dalla nostra persona (indossare un abito rosso dà un aspetto diverso rispetto a indossarne uno giallo) e arrivando fino a progetti ben più ampi ad esempio quartieri, strutture edifici. Dunque come possiamo sfruttare questo potere a nostro favore?


EB

Confini

di EMILIA BUDA - lunedì, 10 ottobre 2022, 13:10
 

Attraversare confini visibili e invisibili: questo concetto si è presentato più volte lungo la nostra escursione. 

Inizialmente abbiamo attraversato un confine sonoro: ancor prima di iniziare la nostra camminata, ci siamo lasciati alle spalle le urla, il chiacchiericcio dei ragazzi appena usciti da scuola, udibile in lontananza lungo la strada, e siamo entrati nel parcheggio del supermercato, uno spazio più tranquillo, specialmente all'ora della partenza. 

Successivamente abbiamo attraversato e camminato lungo un confine fisico e visibile: i corsi d'acqua che racchiudono il quartiere di Terranegra. 

Riflettendo sul significato della parola, ci si può domandare se anche la gente che abita, attraversa e agisce in questi spazi percepisca nella mente la presenza di un confine che vada oltre a quello fisico. Esiste una mappa mentale che legge questo specifico paesaggio come luogo "altro", "delimitato" dal resto della città di Padova? 



AM

Conflittualità

di ANGELO MINGHETTI - mercoledì, 12 ottobre 2022, 11:42
 

All'inizio dell'escursione, l'obiettivo che mi ero prefissato era quello di prestare attenzione a tutto quello che era "natura". 

Soprattutto grazie al fatto che eravamo in silenzio, ho potuto subito notare che la natura ed i suoi suoni erano si presenti, ma nettamente sovrastati (almeno nelle prime due tappe) dal rumore delle auto che passavano lungo la strada lì vicino. Nonostante ciò, prestando attenzione si potevano percepire diversi suoni e odori provenienti dal mondo naturale: il profumo dell'erba che cresce alta lungo le sponde dell'argine e della terra, il rumore dei ciottoli e dei sassi che vengono calpestati durante il viaggio e qualche sporadico ronzio di insetti che abitano il luogo. Tutto questo mi ha dato una generale sensazione di calma e tranquillità.

Successivamente, alla terza tappa, i rumori della natura si facevano più costanti. Sono diventati quasi predominanti nella quarta, anche se la presenza dell'uomo si continuava ad intravedere: case, ponti e diverse strutture come torri radio e tralicci punteggiavano il territorio qua e là.

Proprio la presenza di queste tracce portate dalla presenza umana mi ha suggerito la parola che, per quanto riguarda la mia esperienza, descrive molto bene il tutto: conflittualità.

Ho scelto questa parola perché mi ha dato due spunti:

1. Sono sempre stato abituato a vedere l'intervento umano quasi sempre come un qualcosa che "deturpa" il paesaggio, la sua bellezza e autenticità. E difatti, in qualche momento, ho potuto constatare come diverse costruzioni quali case, tralicci ecc. fossero quasi fuori posto (ad esempio, la continua presenza di caseggiati lungo l'argine, in continua edificazione, mi ha dato la sensazione di un paesaggio "imbrattato" e "sporco".

2. Dall'altra parte però, non ho potuto fare a meno di notare che alcune di queste opere dell'uomo erano in realtà utili e, perché no, belle da vedere, e si integravano davvero ottimamente nel tessuto paesaggistico circostante. Due esempi sono i ponti e l'alta torre radio che si poteva scorgere in lontananza. Nonostante fossero opere "non naturali", non deturpavano il paesaggio, anzi, potrei dire che quasi lo "completavano", in un certo senso.

Alla fine, la domanda che mi ha lasciato questo viaggio è questa: la contrapposizione natura/uomo rappresenta una conflittualità da combattere o da salvare? Una risposta definitiva ancora non ce l'ho, ma sicuramente la troverò lungo questo bellissimo nuovo percorso sorridente







CR

CONTRASTO

di CAROLINA ROSSI - martedì, 11 ottobre 2022, 11:51
 

Sin dal principio dell’escursione è stato evidente il contrasto che caratterizza questa zona: uomo e ambiente dialogano tra loro in una relazione non sempre al pari. All’inizio del percorso ciclopedonale il rumore del traffico proveniente dal ponte e dalla strada adiacenti è protagonista del nostro cammino e distoglie l’attenzione dalla calma che emanano le piante, l’erba e il canale. 

Durante tutto il pomeriggio, è evidente il contrasto presente in questa zona di Padova; non è possibile avere la sensazione di trovarsi solo in città o solo nella natura, poiché questo è un luogo scambio tra uomo e natura e i canali ne sono un esempio pratico. Vediamo tanti elementi, ponti, strade cementate, strade bianche, campi, case, così come i canali, il fiume e la vegetazione: è un paesaggio ibrido.



SS

Curiosità

di SILVIA SCHIAVON - mercoledì, 12 ottobre 2022, 19:31
 

Ho scelto questa parola per racchiudere ciò che mi sono portata a casa dall'escursione in termini di esperienza: per iniziare a conoscere un paesaggio bisogna abbandonare i propri pregiudizi (anche il "già lo so") e fare domande su tutto ciò che attira la nostra attenzione, nonostante ci possa sembrare banale o dato per scontato. L'esercizio della curiosità è tanto più difficile quanto più un paesaggio ci è familiare (nel mio caso la parte iniziale dell'escursione), perchè pensiamo di conoscerlo già, anche se spesso in questo modo non si notano degli aspetti particolari o problematici. 


E

CR

ESTETICA

di CAROLINA ROSSI - martedì, 11 ottobre 2022, 11:51
 

Lungo il cammino si notano diverse costruzioni tra cui il ponte scaricatore, il centro sperimentale per modelli idraulici di Voltabarozzo, i tralicci, le torri che sostengono le antenne paraboliche, oltre alle abitazioni, il cimitero, la chiesa e molto altro. Vedendo questo insieme di unità costruite dall’uomo e inserite nella natura, che viene palesemente modificata da queste, non posso evitare di percepire in diverse occasioni un mancato gusto estetico di questi elementi artificiali, che spesso stridono con la bellezza e la spontaneità degli elementi naturali. Sorgono, quindi, dei quesiti e un’immediata riflessione sulla progettazione di queste unità da parte dell’uomo. Questi elementi sono stati pensati e studiati mettendo al primo posto la natura o il soddisfacimento dei bisogni umani? Questi elementi sono stati pensati e studiati rispettando i cicli naturali e l’estetica della natura? Il paesaggio ibrido che ne risulta è armonioso?



L

EM

Lavoro

di EDOARDO MAZZETTO - giovedì, 13 ottobre 2022, 18:58
 

Percorrendo il tragitto dell’escursione a Terranegra ci siamo imbattuti nel complesso della Fondazione Fenice. Si tratta di un complesso che si propone di divulgare l’importanza di energie verdi e sostenibilità ambientale. Avendo, inoltre, a disposizione un ampio spazio, con servizi annessi, può essere affittato per feste, o comunque ritrovi. Questo parco, dunque, non solo permette di affrontare tematiche attuali collocandole nel contesto maggiormente adatto alla loro trattazione, ma crea posti di lavoro, permettendo l’impego di coloro che sono deputati alla gestione della struttura, e riuscendo, grazie alla possibilità di affitto, ad accumulare guadagni. Se ci fossero maggiori iniziative di questo tipo, collocate nei luoghi giusti, si potrebbe fare in modo di preservare il paesaggio in cui esse si vanno ad inserire, creando però anche adeguate opportunità lavorative e di guadagno per zone altrimenti abbandonate.



GD

LETTURA TEMPORALE

di GIULIA DI VIRGILIO - martedì, 13 dicembre 2022, 18:38
 

In questo caso il paesaggio appare in continuo cambiamento, si trasforma per opera di diversi fattori, secondo scale temporali diverse: qualche volta il cambiamento è improvviso e rapido, altre volte lento e continuo.  Sicuramente in questo caso l' argine è stato costruito anche per limitare, nel tempo, le possibili conseguenze che sarebbero state causate dalle forte piene del fiume. Il paesaggio prima era sicuramente attorniato da campi usati per l' attività agraria ed era strettamente legato alla vita dei contadini per i quali l' acqua era fondamentale per il bestiame, per l' irrigazione dei campi e in  qualità di via di comunicazione con la città. Al giorno d' oggi è stato realizzato un percorso percorribile a piedi e grazie al quale le persone possono costeggiare il corso fluviale passeggiando o correndo. Il cambiamento climatico ha causato senza dubbio un cambiamento anche in relazione a flora e fauna.





FEDERICO PIOTTO

lo sguardo

di FEDERICO PIOTTO - lunedì, 10 ottobre 2022, 15:27
 

Durante il percorso, abbiamo avuto la possibilità di osservare attraverso tutti e cinque i sensi la realtà a noi circostante. Questo aspetto penso sia fondamentale per poter ridimensionare il nostro rapporto con il paesaggio e svincolare la nostra percezione con esso dalla sola percezione visiva. 

Lo sguardo da me inteso è quindi lo sguardo a tutto tondo che ci permette di percepire piccoli elementi ( o elementi che riteniamo marginali) . Inoltre, ognuno focalizza la propria attenzione in base a ciò che lo colpisce o a ciò che gli interessa e questo vuol dire che di un unico paesaggio si possono mettere in evidenza molteplici aspetti in base a chi lo osserva.


M

MP

MARGINALE

di MICHELA PIVA - giovedì, 20 ottobre 2022, 14:24
 

Giovedì 6 ottobre 2022 ho condiviso la mia prima lezione universitaria sullo studio del paesaggio partendo dal reale: passeggiata lungo l'argine di Voltabarozzo. La prima sensazione è stata quella di trovarmi in un luogo contrastante dove di “naturale” ormai c'era ben poco, se non l'aspetto vegetativo indotto anche quello dall'uomo.

Già il luogo in cui ci siamo dati appuntamento, il supermercato, ha rivelato di essere uno spazio d’incontro tra i diversi aspetti della società di oggi; chi era interessato alla spesa quotidiana, chi all’attendere per iniziare un cammino, chi ad aspettare qualcosa o qualcuno di un tempo ormai passato; ed infine anche chi non aveva più nulla da attendere (gli ultimi).

A mano a mano che ci si allontanava dalla città il paesaggio si liberava sempre più della presenza dell’uomo che in qualche modo lo ha modificato nel tempo per renderlo sempre più “urbano”. Ma, ad un certo punto, il miracolo dell’uomo tecnologico si è manifestato e la foto sottostante lo dimostra.


Posso ancora sperare che l’uomo possa relazionarsi con l’ambiente creando paesaggi rispettosi del passato e del presente propenso quindi a crearne di nuovi per il futuro.

 Infatti la storia passata e locale che riguardava la città di Padova era caratterizzata dalla presenza di un territorio dove l’acqua era la principale ricchezza economica, ma aveva bisogno di essere regimentata per non creare danni all’uomo e quindi fiume, canali e opere idrauliche si espressero nel loro massimo aspetto tecnologico realizzando un nuovo paesaggio.

 La storia presente è il nome della passerella, Rose Louise Parks, una donna che ha combattuto in prima persona per la lotta per i diritti umani per cambiare il futuro, simbolo quindi di una volontà che parte dai piccoli gesti.  

Il futuro invece è proprio questa passerella dove legno e acciaio s’incontrano. Io sono convinta che questo simbolo rappresenti una scelta obbligata per tutti noi; o attraversiamo tutti assieme ora quel ponte con l’aiuto e l’esperienza del passato, oppure non potremmo nel futuro lamentarci dei nuovi “paesaggi” che l’uomo costruirà.

 

 

 

 

 

 

 



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Movimento

di ISABELA DE JESUS CADORIN - giovedì, 13 ottobre 2022, 20:21
 

Durante tutta la passeggiata lungo gli argini di Terranegra i movimenti hanno attirato la mia attenzione: tra persone che si fermavano, camminavano, correvano, pedalavano lungo il percorso o che guidavano auto sulla strada ma anche l’acqua dei fiumi/canali, piante, insetti o uccelli nel cammino.

Tutto questo può essere visto come un'accordatura ritmica di eventi o come pezzi discordanti nel loro insieme. Da ciò, rifletto sulla tendenza umana a separare – o dicotomizzare – i movimenti o le espressioni tra “naturale” e “umano”. Abbiamo infatti un livello di ragionamento e certe capacità che ci differenziano da altri esseri in contesti differenti, ma questo non ci distacca dal completo meccanismo naturale; al contrario, spesso ci fa progettare e agire nello spazio (e nel tempo) in modo incompleto e persino distruttivo.

Mi chiedo se sia una questione di sviluppo ancora in corso di realizzazione. Riusciremo davvero a riflettere collettivamente sull'ambiente in modo integrale e ad agire secondo un ragionamento totalizzante?


O

GD

ONTANO (ALBERO)

di GIULIA DI VIRGILIO - lunedì, 12 dicembre 2022, 17:22
 

Durante la passeggiata ho notato la bellezza straordinaria emanata da un albero ancora in fiore durante il mese di Ottobre, il quale sembra presentarsi come il primo dei mesi freddi. Infatti ho colto la forza di vita che questa pianta vuole comunicare non solo all’ ambiente naturale che la circonda , ma soprattutto all’ essere umano che le si avvicina. Tale albero è ontano cordato. È una pianta molto rustica distribuita nell’Europa, nell’Asia boreale e media, nell’America boreale e nelle Ande. Esso rappresenta una pianta vegeta nelle zone umide ed è spesso utilizzato nel consolidamento delle sponde di fiumi e torrenti come in questo casoL’ontano napoletano (a. cordata) è un albero piramidale che raggiunge i 9 m di altezza. Le foglie lucide a forma di cuore sono come quelle della betulla argentea e i baccelli di semi somigliano a piccole pigne. L Ontano appartiene alla famiglia delle betulle ed è particolarmente utile per proteggere le rive dei corsi d’acqua. 




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DA

Paesaggio

di DONATELLA ASTOLFI - mercoledì, 12 ottobre 2022, 19:49
 

La Convenzione europea del paesaggio firmata il 20 ottobre del 2000 offre una definizione di paesaggio come una determinata parte di territorio così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.

In base a questa definizione quanti e quali paesaggi abbiamo percepito, con tutti i sensi, durante l'escursione lungo gli argini di Terranegra?

Rileggendo le impressioni che ho raccolto il 6 ottobre, mi sono accorta di aver individuato moltissimi paesaggi diversi in un territorio relativamente ristretto.

Ho percepito un paesaggio urbano per via dei rumori del traffico automobilistico; naturale grazie all'odore di erba tagliata e al cinghuettio degli uccelli, antropico nel vedere molte cotruzioni e interventi ad opera dell'uomo; artistico legato alla streetart; della memoria nel giardino dei giusti del mondo; educativo/di formazione nel grande complesso della Fenice; rurale nelle case di campagna; religioso negli edifici di culto; ed infine del benessere legato a tutte le attività che si possono svolgere lungo questi argini legate al relax, sport e tempo libero.



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FEDERICO PIOTTO

Recupero

di FEDERICO PIOTTO - lunedì, 10 ottobre 2022, 15:36
 

Durante il percorso, subito dopo l'attività svolta con gli occhi chiusi, ci siamo fermati nei pressi di una vecchia abitazione in decadenza. Analizzando la struttura e il contesto in cui è inserita ci si chiede come possa essere recuperata.

Proseguendo con la camminata, avvicinandosi al "centro abitato" ho notato come strutture molto simili siano state ristrutturate e siano diventate delle abitazioni. Inevitabilmente non ho potuto fare a meno di notare la casa in stile contemporaneo sulla destra, una costruzione che stonava con il contesto in cui era inserita. Questo incontro mi ha fatto ragionare sul modo in cui bisogna applicare i recuperi o i restauri di determinati elementi.


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RISTORO

di MARIANNA FABBRIZIOLI - sabato, 15 ottobre 2022, 17:21
 

Non conoscevo questo bar ma è un elemento del paesaggio che mi è rimasto particolarmente impresso.

Questo piccolo bar fatto di legno non appare come una iniziativa commerciale contrastante e incompatibile ma anzi l’ho percepita come un valore aggiunto al paesaggio poiché serve a dare ristoro alle persone che fanno sport lungo l’argine e come punto di ritrovo serale in mezzo alla natura.




GM

Rumore

di GLORIA MATTESCO - giovedì, 13 ottobre 2022, 11:05
 

La scorsa settimana io e i miei compagni abbiamo avuto la possibilità di fare una passeggiata lungo gli argini di Terranegra. L'escursione era suddivisa in quattro tappe ed è durata circa quattro ore nelle quali, oltre ad aver camminato, abbiamo riflettuto sul paesaggio che ci circondava. Durante la prima sosta ho socchiuso gli occhi e ho cercato di captare quante più sensazioni possibili: la serenità di trovarsi fuori città era in contrasto con il rumore proveniente da quest'ultima, il quale ricordava di essere a solo pochi chilometri da essa. Da un lato la luce del sole, il riflesso sull'acqua e il verde della natura, mentre dall'altro, sullo sfondo, il rumore degli autobus, il clacson delle auto e dei mezzi pubblici.


S

EB

Scricchiolio

di EMILIA BUDA - lunedì, 10 ottobre 2022, 12:11
 

Camminando lungo i sentieri, uno dei suoni che ci hanno accompagnato è stato il rumore dei sassi al nostro passaggio. Agendo nel paesaggio e con il paesaggio abbiamo dato voce ad un elemento apparentemente silente. Lo scricchiolino dei sassi era comunque udibile, durante le nostre soste, all'attraversamento di un'autovettura, di una bicicletta o di altre persone in camminata.



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